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5 cose che ancora non sai sullo spettacolare Carnevale d’Ivrea

5 cose che ancora non sai sullo spettacolare Carnevale d’Ivrea
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Una festa conosciuta in tutta Italia e che vale la pena di vedere dal vivo, ecco tutto ciò che vorresti sapere sul famoso Carnevale d’Ivrea, per programmare subito un viaggio in Piemonte e lasciarsi conquistare dalla festa più pazza dell’anno.


Un evento conosciuto in tutta Italia, particolare, unico, legato alla tradizione e che vale la pena di vedere dal vivo almeno una volta nella vita. Il Carnevale d’Ivrea è davvero un’istituzione e un evento storico carico di significati e folklore, di personaggi pittoreschi e di momenti immancabili come la tradizionale battaglia della arance.

Una festa che dal 16 al 21 febbraio di quest’anno, tornerà ad animare le strade della città piemontese e che, dopo due anni di stop a causa della pandemia da Covid-19, riparte in grande spolvero con un tema ben preciso e che mai come in questo caso sa di rinascita e voglia di ricominciare, “la ripartenza”. Un evento che tutti conoscono ma che nasconde significati e aspetti che vale la pena di scoprire e che forse non tutti sanno.

La protagonista e immagine ufficiale del Carnevale d’Ivrea 2023

Come, per esempio, chi sarà l’immagine ufficiale del Carnevale d’Ivrea, ovvero la Vezzosa Mugnaia. Un personaggio riconosciuto come simbolo di libertà e di rinascita e che calza a pennello per questa edizione del carnevale più famoso del Piemonte dopo ben due anni di stop.

Secondo la leggenda, infatti, fu proprio quest’eroina medievale a liberare la città di Ivrea dalla tirannia del Marchese di Monferrato ed è proprio a lei che, quindi, si dedica questa nuovissima e tanto attesa edizione del Carnevale d’Ivrea. Un evento che sa di liberazione dagli anni di pandemia e costrizioni appena trascorsi e che punta al ritorno della normalità.

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La battaglia delle arance del Carnevale d’Ivrea

 

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Altra curiosità e peculiarità del Carnevale d’Ivrea, poi, riguarda la sua famosissima e tradizionale battaglia delle arance. Questi agrumi, infatti, arrivano direttamente dalla Calabria e hanno la caratteristica specifica di non poter essere consumate dall’uomo, poiché non sono buone da mangiare e pertanto che non vengono messe in commercio.

La battaglia, poi, è una tradizione secolare della città di Ivrea, che ricorda le lotte che i cittadini hanno portato avanti nel corso dei secoli per non cadere di fronte agli attacchi e ai soprusi dei tiranni. Quello che avviene, quindi è una sorta di rievocazione che, di anno in anno, rappresenta la libertà e la ribellione verso il potere che reprime.

Perché si deve tenere in testa un copricapo rosso

 

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Una battaglia a colpi di arance che si caratterizza anche per la presenza sulla testa di alcuni partecipanti all’evento, di un particolare copricapo rosso, il Berretto Frigio, un cappello a forma di calza che rappresenta la libertà e un ideale di rivolta.

Si narra, infatti, che Violetta, la bellissima ragazza figlia di un mugnaio, lo portasse lasciandolo cadere su una spalla. La giovane, promessa in sposa ad un ricco uomo locale, venne invitata cena a casa del tiranno e, per non sottomettersi al suo volere,  lo fece ubriacare per poi ucciderlo. Dopo aver compiuto il gesto la giovane scese in piazza, animando e incitando la folla contro il potere esercitato dai ricchi a discapito delle classi più povere. Un dettaglio nel look che oggi mette al riparo dall’essere colpiti dalle arance lanciate dagli aranceri.

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Chi sono gli aranceri del Carnevale di Ivrea

 

 

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Ma chi sono gli aranceri oltre ad essere coloro che lasciano le famose arance? Iniziamo col dire che esistono due tipologie di aranceri, quelli che stanno a terra, camminando, e quelli che sono posizionati sui carri, che lanciano gli agrumi da una posizione più favorevole ma meno popolare.

Gli aranceri a piedi, infatti, rappresentano il popolo e la rivolta contro lo ius primae noctis imposto nel 1200 da un barone cittadino e tiranno verso la giovane Violetta. Quelli sui carri, invece, con tanto di protezione, armature e maschere, sono coloro che simboleggiano le armate del feudatario contro cui si deve combattere.

Carnevale di Ivrea, tra arance, storia e tradizioni culinarie

 

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Se anche voi siete incuriositi e la voglia di partecipare al Carnevale di Ivrea si sta facendo sempre più forte, sappiate che questo evento non è solo arance e battaglie ma è anche gusto e sapori antichi. Come contorno alla festa, infatti, si ripetono in tutta la città le tradizionali fagiolate medievali, con tanto di pentoloni in cui cuociono circa 14 quintali di fagioli e 4 di cotenna di maiale.

Il tutto accompagnato da fiumi di Erbaluce, vino tipico del vigneto DOCG del Canavese. Un’occasione per gustare questo ottimo piatto della tradizione di Ivrea e per assistere al suo carnevale con un pieno di soddisfazione che coinvolga ogni senso, facendovi venire voglia di tornare.