Un borgo in provincia di Avellino dalla storia antica, circondato dal verde dei boschi tra i quali fu eretto l’antico castello. Al IV-III sec. a.C. risalgono le mura che proteggevano l’antico insediamento sannita, visibili ancora oggi ai piedi del castello. Cominium Ocritum, questo il nome antico, assoggettato insieme con tutta l’Irpinia dai Romani nel terzo secolo a.C.. La presenza romana è documentata dai resti del ponte sul fiume Ofanto, chiamato Pietra dell’Oglio, e dai ritrovamenti di oggetti d’arte, armature e reperti provenienti dalle colonie greche.
Castrum Montis Virdis è il nome con cui venne il luogo che sorge sul monte Serro viene nominato già nel 897, facendo riferimento a una fortezza militare. Dal 1500 passato alla famiglia Grimaldi, i principi di Monaco, la roccaforte e il suo abitato fu in seguito dominata da diverse famiglie signorili e baronali, fino alla fine dell’era feudale.
Il borgo tra viuzze e arcate che seguono armonicamente il colle
Monteverde sorge su un colle nell’alta valle dell’Ofanto, ai confini orientali della Campania. Il centro storico, arroccato intorno al castello, si adegua alla morfologia del luogo, cono un originario tessuto urbano, tipico dei paesi irpini d’altura, strette viuzze a gradoni per raccordare i dislivelli delle cerchie stradali, e uno spazio fisico angusto dove spesso le abitazioni sono incastonate all’interno della pietra. Vicoli archi e scalinate si legano in un andamento urbano concentrico che segue la morfologia del colle.
Il castello Grimaldi, bellezza unica d’Irpinia: da fortezza a residenza signorile
Il Castello baronale di Monteverde, noto anche come Castello Grimaldi, si trova sul punto più alto della Salita Castello. Costruito in pietra locale sbozzata e lavorata, è stato adattato e ampliato nel XV secolo dagli Aragonesi sul torrione innalzato dai Longobardi a difesa dei confini del ducato di Benevento. Dotato di quattro torrioni cilindrici posti agli angoli di una struttura a pianta irregolare, è stato trasformato da fortezza a residenza signorile nel 1744 dai baroni Sangermano che vi hanno aggiunto l’ala destra. Il torrione meglio conservato è quello all’angolo meridionale. Realizzato su base trapezoidale in pietra locale sbozzata e lavorata, è stato adattato e ampliato nel XV secolo da parte degli Aragonesi, con l’aggiunta di quattro torri angolari, due cilindriche e due quadrate, e del ponte levatoio, oggi perduto.
Il Castello fu quasi interamente ricostruito a seguito del terribile terremoto del 1851, acquisendo la configurazione attuale, che conserva l’impianto aragonese derivante dalle modifiche effettuate nel Quattrocento. Ancora oggi all’esterno sono visibili le torri, le feritoie e le finestre rettangolari.
Completamente riqualificato nel 2006, Castello baronale (Principi Grimaldi) offre un panorama suggestivo sulle valli sottostanti e ospita il museo del Grano. Un posto in cui la storia si rievoca attraverso le moderne e innovative installazioni tecnologiche che rendono la visita interessante e indimenticabile.
Le altre bellezze del borgo
Quanto ai luoghi di culto, il principale è la ex cattedrale dedicata a Santa Maria di Nazareth. Restaurata più volte a seguito di rovinosi terremoti, oggi presenta la forma barocca dopo la ricostruzione del 1700. Durante i lavori di ricostruzione dopo il terribile terremoto del 1980, sono emerse strutture romaniche. All’interno conserva dipinti di scuola napoletana del Seicento ed altre opere antiche. Anche la chiesa parrocchiale, anch’essa intitolata a Santa Maria di Nazareth è stata ricostruita nel 1728, ma il rifacimento è del 1901; l’impianto primitivo risale all’XI secolo e i dipinti all’interno sono settecenteschi. La chiesa di Santa Maria del Carmine, settecentesca, era annessa al convento dei Carmelitani e si erge sul borgo con un’affascinante torre campanaria con bifore gotiche.
Cosa fare nei dintorni: attrazioni e divertimenti. Equitazione, trekking, passeggiate lungo la valle dell’Ofanto
La Valle dell’Ofanto è un itinerario culturale e naturalistico e dal 2003 un progetto di «archeologia dei paesaggi» dell’Università di Foggia cerca di ricostruire i processi di trasformazione dei paesaggi agrari e la storia dell’insediamento umano in rapporto all’ambiente. Del territorio naturale di Monteverde, inserito nella Comunità Montana Zona Alta Irpinia, fanno parte il lago artificiale San Pietro e il fiume Ofanto con il suo l’affluente di sinistra, l’Osento: si tratta di un “sito d’importanza comunitaria” al pari del bosco Zampaglione, altro tesoro naturalistico. Sorprende la natura rigogliosa di questi luoghi, tutti attrezzati con area di sosta per pic-nic, che vi consentiranno di godere di rilassanti momenti di pace tra storia, tradizioni rurali e natura.