Il borgo di cui parliamo oggi è un piccolo mosaico di pietra e case dalle mura color pastello, fra il verde della vegetazione e il blu del mare. Dall’epoca medievale, la storia e le tradizioni di questo paese in riva al mare sono legate alla pesca. Il suo nome infatti ha una radice “marina”. E così la riva e il mare sono punteggiate da corde, barche e reti, un luogo unico dove tutto scorre piano e il mare detta i ritmi della vita quotidiana, tra antichi sapori e panorami che tolgono il fiato.
Sembra di stare sulle coste del Portogallo: ci innamoreremo di questo borgo in costiera amalfitana
Ai piedi del monte Falerno troviamo uno dei paesi più caratteristici della Costiera amalfitana. Cetara prende il suo nome da “Cetaria” (tonnara) e “cetari”, i pescatori o commercianti di tonni: ed è qui, in questo borgo della provincia di Salerno, che ancora oggi è la pesca – più che al turismo, perché qua è sicuramente meno invasivo e più locale – una fonte di sostentamento primaria. E immaginatevi in cosa si trasformano i frutti del mare a tavola: piatti creativi e originali a base di prodotti tipici lavorati artigianalmente, che racchiudono i sapori di un tempo. Il piatto tipico è a base di colatura di alici (un condimento che deriva dalle alici marinate, dalla storia millenaria: è probabilmente l’erede del Garum, la salsa di pesce che faceva impazzire gli antichi romani).
La storia e il borgo
Cetara ha giocato un ruolo strategico fondamentale nel medioevo. Punto di confine tra la Repubblica di Amalfi e il principato di Salerno, per un breve periodo di tempo fu addirittura occupata dai saraceni, che la utilizzarono come testa di ponte per attaccare Salerno, che tuttavia resistette eroicamente. La struttura dell’abitato è quella tipica di un borgo marinaro di pescatori. Il comune ha avuto una fondamentale funzione strategica al punto da essere stato conquistato dai saraceni e usato dall’842 d.C. all’ 879 d.C.
La giusrisdizione della ricca Abbazia di Cava utilizzò Cetara come importante punto di attracco per i commerci con gli altri monasteri benedettini e anche per incrementare le proprie finanze con la tassa di ancoraggio. Nel 1534 d.C. fu saccheggiata dai saraceni e circa 300 dei suoi abitanti furono portati come schiavi nei mercati del Nord Africa. Ed è da questa tragedia che nacque l’esigenza di potenziare le difese dell’area con la costruzione della maestosa torre vicereale.
Le caratteristiche di questa perla nascosta dai punti più affollati della costiera
Cetara incanta con i suoi ritmi lenti e la sua anima autentica, lontana dalle mete più gettonate come Amalfi e Positano. Passeggiando tra i vicoli che scendono verso il mare, è impossibile non lasciarsi conquistare dal profumo di mare, dalla lentezza dei ritmi scanditi da chi questo mare lo vive, che parlano di passione e pazienza. Le caratteristiche facciate colorate richiamano molto i paesini del Portogallo, tutt’uno con l’oceano su cui si affacciano. Un luogo fuori dal tempo, perfetto per una fuga romantica nella tranquillità, nella semplicità e nelle tradizioni.
Cose vedere
Dal punto di vista artistico, il primo edificio antico da visitare è senza dubbio la chiesa romanica dedicata a San Pietro Apostolo e la chiesa di San Francesco, a cui è collegato un convento. Edificata in cima a una lunga rampa di scale in pietra, la Chiesa San Pietro Apostolo fu costruita in onore del santo patrono di Cetara, in seguito alla vittoria dei Normanni sui Saraceni. Nella struttura si mescolano diversi stili afferenti a diversi periodi storici: una facciata neoclassica, un interno barocco e un campanile di 18 metri forse risalente alla struttura originaria. Al tramonto, Cetara diventa una silenziosa cartolina che regala emozioni indimenticabili. Al porto vecchio, cuore pulsante del borgo, ogni giorno si incontrano i veri protagonisti: i pescatori.
La Torre vicereale
La Torre Vicereale, che sorge al termine del lungomare, è uno dei maggiori simboli di Cetara, che la rende riconoscibile anche dal mare. Realizzata in pietra, offre innumerevoli panorami dalle sue finestre, che lasciano entrare il forte odore della brezza marina, e dai suoi terrazzi, che spesso ospitano romantici matrimoni. Era una delle 400 costruzioni d’avvistamento e difesa contro i Turchi durante il periodo delle invasioni nel 1400.
Attualmente ospita al suo interno il Museo Civico, aperto dal 2011 e dove sono esposti i quadri dei cosiddetti “costaioli”, ovvero i pittori della costiera che ritraggono i luoghi che hanno dato loro i natali. Le perle della collezione sono gli artisti Ugo Marano e Manfredi Nicoletti, entrambi originari di Cetara.
Escursioni e trekkin nei dintorni
L’essere all’interno di un’area poco antropizzata protegge Cetara e i suoi dintorni dall’eccesso e dai rischi dell’overtourism. Per questo qui è perfetto, oltre che trascorrere qualche giorno in armonia con la natura e le tradizioni, anche per gli amanti del trekking. I dintorni del piccolo borgo di Cetara regalano sentieri dal fascino unico, che salgono fino alle alture dei monti Lattari, Parco regionale che comprende la vetta più alta del Comune di Cetara, il monte Falerio. L’ascesa alla vetta presenta alcuni tratti impegnativi ma la vista è di quelle che non si dimenticano e spazia dalla città di Salerno al territorio e alla costa di Vietri sul Mare e di Cetara.