Questo borgo delle Marche ha fatto da cornice a una delle più celebri e sofferte storie d’amore

Laura Sandroni
  • SEO Editor
  • Esperta di Beauty, Lifestyle e Viaggi
29/03/2024

Un viaggio alla scoperta di storie che rapiscono il cuore e di immagini che travolgono lo sguardo. In questo borgo delle Marche è possibile e non dovreste aspettare nemmeno un secondo.

Questo borgo delle Marche ha fatto da cornice a una delle più celebri e sofferte storie d’amore

Un viaggio nella storia in un luogo che di storie ne ha viste parecchie. Perché se c’è una cosa che caratterizza davvero il nostro Paese è la grandissima varietà di luoghi e di leggende che ne alimentano il fascino e la bellezza. Racconti di vita vissuta o inventata, ma che rimangono nella mente e nel cuore di chi li ascolta e di chi, avventurandosi in queste location, ne rivive il ricordo. Proprio come accade visitando un borgo delle Marche che è stato teatro di una delle storie d’amore più conosciute del nostro Paese, ma anche tra le più tristi e sofferte.

Perché come Verona ha la sua Giulietta e il suo Romeo, anche questo borgo della Marche ha la sua coppia di sfortunati amanti legati per sempre al di là della vita.

Un borgo della Marche e la sua storia

Una storia struggente, che ha come protagonista una bella fanciulla di nome Francesca da Rimini e il suo innamorato Paolo Malatesta, fratello di Gianciotto, capitano del popolo a Firenze nel 1282-83 e marito della bella Francesca. Una coppia separata da Gianciotto stesso, che li uccise entrambi dopo aver scoperto la loro relazione e amore segreto. Una storia narrata da Dante tra i versi del Canto V dell’Inferno e che aleggia all’interno del borgo delle Marche che ha fatto da casa ai suoi protagonisti e alle loro intricate vicissitudini.

Un luogo che, oltre a essere custode per sempre dello sfortunato amore tra i due giovani, è anche sede bellezze uniche, di architetture che lasciano senza fiato e di scorci che trasportano indietro nel tempo per far vivere a chiunque vi si rechi dei momenti assolutamente indimenticabili.

Un borgo delle Marche che vanta molti riconoscimenti, inserito tra i borghi più belli d’Italia e su cui sventola la Bandiera arancione del Touring club italiano. Come dire, un luogo che ha tanto da raccontare e che vi darà modo di avere voi stessi tante storie e immagini da far conoscere a chi non avrà modo di venire con voi verso questa perla marchigiana di grandissimo valore e bellezza.

Cosa vedere a Gradara

Parliamo della stupenda Gradara, una meraviglia sotto ogni punto di vista, una meta che incanta e che avvolge in un susseguirsi di emozioni senza tempo. Un luogo anche noto come Capitale del Medioevo, dell’Amore e Anima di Francesca. Un capolavoro assoluto e da scoprire il prima possibile, magari organizzando un viaggio primaverile verso questo borgo delle Marche di eccezionale fascino, lasciandosi trasportare dalle sue storie e dalle tante bellezze che custodisce in ogni suo singolo angolo.

Un borgo che nasconde architetture meravigliose, come la sua doppia cinta muraria che circonda il borgo stesso e che lo custodisce nel tempo come fosse un vero tesoro. Le mura più esterne, si caratterizzano per un susseguirsi di torrioni e torricini quadrati e merlati, mentre la cinta secondaria ha la funzione di separare il borgo stesso dalla sua Rocca. Una vera fortezza medievale, il castello di Gradara, simbolo del borgo e meta da scoprire in ogni sua singola caratteristica.

 

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O ancora la stupenda Passeggiata degli Innamorati, che si sviluppa intorno al castello che vale davvero la pena di percorrere, godendosi i bellissimi panorami che si aprono tutto intorno al borgo stesso. O ancora passeggiando all’interno del bosco di Paolo e Francesca, un luogo che affascina e in cui aleggiano atmosfere intense, da cui poter ammirare tutto il paesaggio circostante e la tipica vegetazione mediterranea che caratterizza questa zona. Facendo un pieno reale di bellezza e di emozioni incredibili, in ogni singolo angolo di questo borgo da sogno e ascoltando le storie che ne alimentano il fascino da tempi lontani ma ancora vivi nella memoria di chi vi abita.