Incastonato tra le morbide colline delle Langhe, nel cuore del Piemonte, questo borgo è una perla di autenticità e bellezza intatta. Una destinazione dove il tempo sembra rallentare e ogni dettaglio – una pietra consumata dal tempo, un tramonto sulle colline – si trasforma in una vera e propria esperienza. Stiamo parlando di Monforte D’Alba, tra i borghi più belli delle Langhe. Se Barolo e La Morra accendono i riflettori con il nome del vino più blasonato d’Italia, Monforte si racconta con la grazia di chi non ha bisogno di ostentare per lasciare il segno. Qui la cultura del vino è viva più che mai, ma si intreccia con l’arte, con la storia e con l’architettura. Passeggiare tra le sue viuzze in salita sarà come sfogliare un libro scritto con passione: ogni angolo svela un capitolo diverso, e ognuno parla di bellezza e storia.
Un borgo verticale da esplorare lentamente
Arrivare a Monforte d’Alba significa prepararsi a salire – fisicamente, ma anche emotivamente. Il paese si sviluppa su livelli che si rincorrono, in un crescendo di scorci pittoreschi, balconi fioriti e tetti in terracotta. La parte bassa del borgo è quella più recente e vivace, tra botteghe di prodotti locali, caffè con tavolini all’aperto e le prime cantine dove respirare il profumo del mosto e della barrique. Ma è solo salendo che Monforte rivela il suo cuore antico.
Il quartiere della Saracca è un autentico tesoro medievale, fatto di vicoli stretti, archi di pietra e case addossate l’una all’altra, come a proteggersi vicendevolmente. È qui che si trova il palazzo dei Conti de Magistris, elegante e severo, con i suoi pilastri decorati da capitelli corinzi e una terrazza pergolata che regala una delle viste più belle sulle Langhe. Qui, tra scantinati scavati nella pietra e la sconsacrata cappella di Santa Lucia, si respira la storia viva di un borgo che ha saputo conservare il suo fascino senza tempo.
Tra musica, pietra e cielo: l’Auditorium Horszowski
Il cuore simbolico e culturale di Monforte d’Alba è un luogo sorprendente, dove la storia incontra la poesia contemporanea. L’Auditorium Horszowski, incastonato nel verde e affacciato su un panorama da cartolina, nasce là dove un tempo sorgeva il sagrato della chiesa di Santa Maria de Castro. Oggi, questo anfiteatro all’aperto, dedicato al pianista Mieczysław Horszowski, che lo inaugurò nel 1986, è il palcoscenico di concerti e rassegne tra cui l’ormai celebre Monforte in Jazz.
Sedersi su quei gradoni ricoperti d’erba, sotto un cielo stellato e con la musica che si diffonde tra le colline, è un’esperienza che va oltre l’ascolto. È emozione pura, che unisce suono, natura e arte in un unico respiro. In un mondo che corre veloce, Monforte ci ricorda la potenza della lentezza e della bellezza condivisa.
Wine, charme & contemplazione: i piaceri da vivere
Ma Monforte non è solo bellezza da osservare. È anche un luogo da gustare, letteralmente. Le sue cantine – molte delle quali ancora a conduzione familiare – sono scrigni dove si custodisce la tradizione enologica più alta delle Langhe. Il Barolo, qui, è religione: ogni bicchiere racconta il dialogo tra l’uomo e la terra, tra la vigna e il tempo.
Accanto al vino, anche la cucina locale merita un’attenzione particolare: tajarin al ragù di Langa, carne cruda battuta al coltello, formaggi stagionati e dolci alla nocciola. E poi c’è l’ospitalità: raffinata, mai invadente, autentica come il borgo che la ospita. Dai relais immersi tra i vigneti alle dimore storiche restaurate, ogni indirizzo è una promessa di quiete e meraviglia.
Big Bench e panorami da sogno: il lusso del silenzio
Appena fuori dal centro, oltre i confini delle case in pietra e delle vie ciottolate, ecco un’altra sorpresa: la Big Bench numero 12. Una panchina gigante – parte del progetto di Chris Bangle – che invita a guardare il mondo con occhi nuovi. Sedersi lì, gambe a penzoloni come bambini, è un invito alla contemplazione. Le colline delle Langhe si srotolano in un gioco infinito di verdi e ocra, e Monforte, da quel punto, appare come un piccolo gioiello incastonato nella natura. È il posto perfetto per fare una pausa, per respirare profondamente e per ricordarsi che a volte la bellezza è già lì, basta solo rallentare e guardare meglio.