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Vicino Mantova vi aspetta un borgo ricco di storia e bellezze da scoprire

Vicino Mantova vi aspetta un borgo ricco di storia e bellezze da scoprire
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un vero e proprio Parco Storico sulle rive del fiume Mincio, nel mantovano, tra fortezze storiche e corti feudali. Per un’immersione affascinante tra storia e natura che vi sorprenderà!


Una cittadina ricca di storia che sorge sulle rive del Mincio e si colloca al centro del suo parco. Un vero parco storico e naturalistico vi aspetta vicino Mantova. Costruito durante il periodo romano è uno dei centri più antichi della Lombardia, noto alle cronache del 1200 grazie alle memorie in lingua provenzale del trovatore Sordello, vanta un percorso ideale che lega Lombardi e Longobardi, dagli originari insediamenti abitativi ai presidi militari, mantenuti nel medioevo e per tutta l’età gonzaghesca.

Una fortezza a ridosso del Mincio

Importante fortezza sul confine settentrionale del contado mantovano, il borgo conserva l’antica pianta a scacchiera, cui si accede scavalcando il ponte della Gloria. Un breve viale porta alla barocca basilica di S. Pietro. Nei pressi si ammira la maestosa villa d’Arco, ora Moschini, tardosettecentesca, con un ampio parco che si estende sul bastione morenico del Mincio.

Cosa vedere

Goito, borgo storico a 15 km da Mantova, si colloca in un paesaggio di media e bassa pianura, disegnato nel tempo dal fiume Mincio e dominato ancora da strade campestri, canali, rogge, filari e siepi. In questo scenario spiccano numerose vestigia del passato: le torri civiche di Goito e Solarolo, il Castello dell’Incoronata, il Vecchio Mulino, la Rocca Medioevale, alcune corti ben conservate, un’intricata rete di percorsi ciclo-pedonali lungo le arcadiche rive del Mincio, che collegano Goito al Lago di Garda.

Ne caratterizzano i tesori archeologici dei dintorni in primis la necropoli Longobarda, posta lungo la strada Mussolina di Sacca di Goito, le numerose Chiese campestri, come Massimbona e San Lorenzo, gli Oratori di Mussolina, Sacca, Maglio, Bardellona, Bell’Acqua e dell’Angelo Custode. Tutti edifici che tessono un prezioso mosaico artistico che rimanda alle vestigia del passato,

Attraversando il ponte della Gloria, a sinistra si trova il monumento al Bersagliere e a destra il busto bronzeo del generale La Marmora. La basilica di San Pietro di stile barocco è stata costruita da Giovanni Maria Borsotto nel 1729. Vicino alla chiesa sorge Villa d’Arco una delle dimore storiche costruite a fine Ottocento.

La Torre Civica

La costruzione della Torre Civica di Goito, attualmente alta 22,40 m risale al periodo della storia più antica del nostro Comune, al periodo, cioè, alto medioevale, di cui ne sono testimonianza le tracce romaniche riscontrabili nella parte più bassa. Pur essendo vicinissima alle antiche mura di cinta, ora scomparse, che racchiudevano tutto il “borgo”, essa era originariamente un corpo architettonico a sé stante. Caratterizzano l’ultimo piano le bifore (finestre) sui quattro lati, a sostegno di archi a tutto sesto, e le colonne in stile dorico, sostenenti gli archi; esse sono una visibile testimonianza dell’innalzamento della torre effettuato nel Quattrocento (intorno al 1460), quando il marchese Ludovico II Gonzaga fece eseguire importanti interventi architettonici ed idraulici a Goito (Castello, Torre, scavo del Naviglio). Nel 1464 fu istallato il “segnaore” pubblico, artefice dello strumento fu Bartolomeo Manfredi. Le due campane hanno un nome dal 1500: “Francesca” e “Guglielmo”, in onore dell’allora duca Guglielmo Gonzaga, che ancora oggi scandiscono le ore; sempre anticamente, sul lato esterno, era posizionata una meridiana, sostituita successivamente da un orologio a doppio quadrante.

Il Castello dei Gonzaga e i resti delle Cinta Murarie

Fin dal 1460 il Marchese Ludovico Gonzaga aveva fatto costruire in Goito un Palazzo aggiungendovi un vasto Parco e Francesco, verso il 1500, lo abbellì di pitture e decorazioni, popolando il parco di animali selvatici. Divenne poi questa la residenza preferita del Duca Guglielmo, che la arricchì ulteriormente. Un gioiello d’arte tra le più belle e rinomate ville dei Gonzaga h’egli rese magnifica secondo i suoi gusti personali. Con la Dinastia dei Gonzaga finirono anche parecchi dei loro monumenti artistici, tra cui la stessa Villa di Goito, ulteriormente danneggiata dalle guerre del novecento.

Le Corti gonzaghesche

Le corti gonzaghesche di Goito sono organizzazioni tipiche dell’età feudale, composte da edifici e terreni del signore feudale, autosufficienti dal punto di vista economico, sociale e giurisdizionale. Legate alla famiglia Gonzaga, non sono solo strutture architettoniche, ma rappresentano un’organizzazione sociale e politica caratteristica dell’epoca feudale, dove il signore feudale, in questo caso la famiglia Gonzaga, aveva un potere molto ampio e gestiva direttamente le risorse e la popolazione del territorio. Nel 1800 e nel 1900 si assiste ad un progressivo e inesorabile abbandono delle campagne che porta al degrado di molte corti, anche se la meccanizzazione e la produzione intensiva ha portato ad un aumento della produttività dei fondi. Nel goitese si ha una prevalenza della corte chiusa, ma complessa ed articolata. Vediamo le principali in dettaglio.

Corte Dogana
La dogana vecchia e nuova come suggerisce il nome stesso erano abitazioni in prossimità del ponte che servivano a riscuotere il pedaggio dai passeggeri o il dazio per le merci. Con l’ascesa al potere dei Bonacolsi venne acquistata da loro e gestita dai loro esattori. La venuta dei Gonzaga a Goito portò ad una edificazione progettata da Giovanni da Padova su commissione del marchese Ludovico. Nel 1776 risulta essere proprietà della Ducal Camera di Mantova.

Corte Gazzo
Corte secolare di proprietà gonzaghesca. È visibile praticando il sentiero che porta a corte Isolo; essendo sull’altra sponda del fiume non è raggiungibile direttamente da questo tratto. Nel 1587 il Duca Guglielmo Gonzaga fabbricò il monastero di S. Martino e lo donò ai monaci benedettini aggiungendo un podere di circa 60 biolche con una casa, posta sempre in Goito, nella contrada denominata “il Gazo”. Il nome deriva probabilmente dal Longobardo “gahagi”, ovvero terreno coltivato, boschivo e cintato. Corrisponde al “gazo” degli arimanni o al “gaiu” dei siciliani.

Corte Isolo
Antica corte ristrutturata parzialmente poco tempo fa, è posta su un isolotto del fiume Mincio nei pressi della frazione di Torre. Nei secoli scorsi appartenne ai Padri Benedettini che coltivavano il terreno circostante e dopo la riforma anche ai marchesi Cavriani.

Mulino di Torre
La corte al molino è citata nel Catasto Lombardo Veneto redatto tra il 1855 ed il 1864. Il Mulino, come tanti altri del circondario sorge nel periodo di Lodovico e Guglielmo Gonzaga (1500 circa).

Corte Sereno
Secondo varie biografie di trovatori provenzali e non, e vari documenti storici tra i quali soprattutto i registri ufficiali di età angioina conservati nel Archivio di Stato di Napoli, il poeta Sordel de Goi ovvero Sordello da Goito nacque inequivocabilmente nel paese del Mincio all’incirca nel 1199 e morì nel 1269. Giosuè Carducci dichiarò secoli dopo che fra gli italiani che poetarono in provenzale il più insigne è Sordello da Goito, uno di quei poeti che fanno risplendere come il sole tutto ciò che toccano, uno di quelli il cui canto”vince di mille secoli il silenzio”. Viene ricordato anche da Dante nella Divina Commedia, dove nel sesto canto del Purgatorio si legge dell’incontro con il sommo poeta Virgilio.

Corte Fabbrica
Serie di corti situate nella parte nord-ovest del territorio goitese. Alcune di esse sono poste ai limiti del confine con il Comune di Volta Mantovana. Le Fabbriche sorte nel periodo ottocentesco erano proprietà del conte Antonio Grimani e della figlia contessa Marianna. Il nome Fabbrica venne probabilmente scelto per simboleggiare la costruzione e l ‘ultimazione dell’edificio.