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Uno splendido Borgo Sardo tra spiagge mozzafiato, cultura, natura e storia

Uno splendido Borgo Sardo tra spiagge mozzafiato, cultura, natura e storia
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un luogo della Sardegna, abitato da millenni, sulla costa centro occidentale. Al centro della penisola del Sinis, ha una tradizione gastronomica speciale, oltre che monumenti secolari e un’infinita ricchezza naturalistica, tra spiagge incantevoli e stagni pescosi.


Questo borgo medievale sardo si erge sulla sinistra dell’omonimo stagno, chiamato anche Mar’e Pontis. Un brogo a pochi chilometri da Oristano, con la quale confina ad est, mentre ad ovest si affaccia sul mare per trenta chilometri di costa. Qui sorgono i resti di un castello medievale, intorno al quale, nell’XI secolo, sorse il villaggio e le prime abitazioni.

E iil luogo ideale per una vacanza all’insegna di natura e cultura. Nei circa 30 chilometri di costa sulla quale si affaccia Cabras sorge l’area marina protetta della penisola del Sinis, che si estende fra la baia di Is Arenas e il golfo di Oristano, comprendendo l’isola di Mal di Ventre e l’isolotto del Catalano, che nei loro fondali nascondono antichi relitti. Di fronte, sul litorale cabrarese, si immergono nel mare turchese spiagge fatte di finissimi granelli di quarzo, opera della lunga azione di vento e acqua sulle rocce calcaree della zona.

Le principali attrazioni naturalistiche

Aree protette wwf, zone lagunari di grande interesse, come lo Stagno di Cabras, dove la tecnica di pesca è la stessa dal tempo dei fenici, con imbarcazioni dalla forma appuntita costruite con erbe palustri essiccate, dette is fassonis. Si estende per circa 20 km2, ed è uno dei più grandi d’Europa protetto dalla Convenzione di Ramsar. Qui si trovano, inoltre, la laguna di Mistras, gli stagni di “Mare ‘e Pauli” e “Pauli ‘e Sai”. Lo spettacolo più bello è la visione dei fenicotteri rosa, lungo le rive dello Stagno. A poca distanza le alte falesie che si estendono fino Capo Mannu. Da qui si snodano la Cala Saline con la Salina e la spiaggia di Putzu Idu.

Antistante la costa della penisola si trova l’isolotto di Mal di Ventre, raggiungibile alla bella spiaggia di Putzu Idu. Partendo dalla bella spiaggia di Putzu Idu, è possibile raggiungere l’isola di “Malu Entu” tramite battelli che offrono l’opportunità di effettuare escursioni di un’intera giornata.

Area archeologica di Tharros San Giovanni di Sinis

Nella parte meridionale della penisola del Sinis, vi è un lembo di terra che termina con una scogliera a picco, ove è situato il faro di Capo San Marco. Il mare attorno offre spunti interessanti sia per chi pratica snorkeling, sia per le immersioni in subacquea.

Partendo dal villaggio di San Giovanni di Sinis, si trovano le famose rovine della città fenicia di Tharros. E’ un museo all’aria aperta dove è possibile vedere soprattutto ciò che risale al periodo della dominazione romana. Tra le strutture più importanti e interessanti ci sono le terme, le fondamenta del tempio e una parte dell’area con le case e le botteghe artigiane.

L’area di Tharros, conserva inoltre numerose testimonianze del periodo nuragico, tra cui due nuraghi e il villaggio sulla collina di Muru Mannu. Quelle più antiche provengono dalle due necropoli ad incinerazione risalenti circa alla metà del VII sec. a.C.

ll santuario nuragico di Santa Cristina è un’area archeologica situata nel territorio del comune di Paulilatino, in provincia di Oristano, nella Sardegna centro-occidentale e nella parte meridionale dell’altopiano di Abbasanta.

Santa Cristina e i due complessi nuragici nelle vicinanze

Questo sito si compone essenzialmente di due parti: la prima, quella più conosciuta e studiata, costituita dal tempio a pozzo, un pozzo sacro risalente all’età nuragica, con strutture ad esso annesse: capanna delle riunioni, recinto e altre capanne più piccole. La seconda parte del complesso, a circa duecento metri a sud-ovest è costituita da un nuraghe monotorre, da di cui sono visibili solo alcuni elementi affioranti. Qui si lega anche una tradizione religiosa.

Monumenti ed edifici da vedere

Le testimonianze del passato emergono ancora oggi come tradizioni. La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta è la più grande, sorge dove un tempo erano ubicati i grandi magazzini del Castello. Poi c’è a San Giovanni, che sorgeva originariamente su un’area cimiteriale pagana, successivamente cristiana, costruita in blocchi di arenaria biancastra. Di grande valore storico culturale è l’ipogeo della chiesa di San Salvatore, usato forse come catacombe, come carcere e come rifugio nei primi tempi del Cristianesimo. Sotto la chiesa si trova il Tempio sotterraneo pagano di Marte e Venere (300 d.C. circa), nel quale, dall’epoca nuragica sino alla fine del mondo antico, veniva venerato il culto pagano dell’acqua sorgiva, sostituito col culto cristiano per San Salvatore, praticato inizialmente nel tempio e successivamente nella chiesa soprastante.

Tradizione e cultura, con una specialità della tavola

La città è conosciuta per essere la maggiore produttrice sarda della tipica bottarga, uova di muggine pressate, salate e seccate, che si può assaporare in squisite ricette in diversi ristoranti della cittadina. Ad agosto, la “Sagra della Bottarga” valorizza questo prelibato alimento, vero e proprio “caviale” del Mediterraneo.

Qui, ogni anno, la prima domenica di settembre, si svolge la tradizionale processione, famosa come la “Corsa degli scalzi”: centinaia di giovani e adulti, vestiti con il saio bianco dei penitenti e scalzi, portano, correndo per circa 7 km lungo le polverose strade del Sinis, la statua sacra fino al santuario, rievocando il suo salvataggio da un attacco dei Saraceni. Il giorno dopo, il rito si ripete in senso inverso e Il Santo fa’ ritorno a Cabras.