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Un borgo storico del Lazio sospeso tra mito e storia: lo chiamano “la città dei Ciclopi”

Un borgo storico del Lazio sospeso tra mito e storia: lo chiamano “la città dei Ciclopi”
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Conosciuta come la “Città dei Ciclopi”, è l’unica città che all’interno del suo nucleo storico conserva mura megalitiche antichissime in perfetto stato di conservazione. Scopriamo le bellezze, i miti e le leggende di Alatri!


È un gioiello della Ciociaria, in provincia di Frosinone, ricco di arte e cultura. Che d’estate, come tanti borghi italiani, prende vita con manifestazioni e rassegne di musica, teatro ed eventi, da giugno fino a settembre. Scopriamo Alatri e la sua storia, con tutto quello che c’è da vedere e che vi stupirà!

Alatri e le sue mura megalitiche, un unicum del Mediterraneeo

Una maestosa cinta di mura in opera poligonale domina l’acropoli di Alatri, una delle città fondate dagli Ernici, popolo italico pre romano, del gruppo osco-sannitico. Nell’ambito delle costruzioni megalitiche dell’area mediterranea, il complesso dell’acropoli, è tra le costruzioni più imponenti e suggestive. La città sorge su una collina rivestita di ulivi, nel cuore della Ciociaria, alle pendici dei Monti Ernici, il confine naturale del Lazio con l’Abruzzo. È un centro turistico molto importante grazie alle tante testimonianze archeologiche, alle costruzioni medievali e alle tante manifestazioni culturali e folcloristiche.

L’antica “Aletrium” e i suoi tesori

Entrata in contatto con Roma nel periodo regio (V sec, a.C.) e successivamente municipio romano fu sede vescovile, libero comune, dominio della potente famiglia Conti e possedimento dello Stato della Chiesa. Notevole il patrimonio architettonico e artistico della cittadina, in particolare nel nucleo del borgo storico dove si concentrano numerosi monumenti di diverse epoche, dall’epoca romanica al medioevo, fino alle ottocentesche fontane monumentali e ai palazzi del Settecento.

Cosa vedere ad Alatri: l’acropoli e le mura dei Ciclopi e le ipotesi “astronomiche”

La rocca è cinta da mura poligonali, dette mura ciclopiche, nelle quali si aprono due porte. Le mura sono costituite da diversi strati di megaliti polimorfici, provenienti dalla stessa collina e fatti combaciare perfettamente ad incastro, senza alcun cemento o calce. Il perimetro descrive un trapezio, per un’area di quasi 20 mila metri quadrati. La pietra angolare di base presenta un bassorilievo che è stato interpretato come un globo solare, probabile omaggio al Sole che sorge da questo lato. Un po’ come a Stonehenge in inghilterra o con le Piramidi d’Egitto, la particolare disposizione di questi monumentali massi che cingono la parte alta della città (acropoli) e i tanti elementi caratteristici hanno dato vita a più di un’ipotesi legata al mistero degli antichi popoli e alle loro connessioni “astronomiche”. Secondo una teoria, il suo perimetro ripercorrerebbe quello disegnato nel cielo dalla costellazione dei Gemelli al solstizio d’estate. Anche le due porte, Porta Maggiore e Porta Minore, hanno un’importante proprietà matematica: il rapporto altezza/base è coincidente, con buona approssimazione, alla sezione aurea, ovvero un rapporto matematico tra due grandezze che si ritrova in tantissime opere d’arte e monumenti e che viene chiamato anche proporzione divina.

Porta Maggiore e Porta Minore

La Porta Maggiore è alta 4,5 metri e larga 2,68 e presenta un architrave monolitico di sorprendenti dimensioni (4,0×5,13×1,3 m, peso stimato in 27 tonnellate), secondo in Europa soltanto alla Porta dei Leoni di Micene. Era chiusa da un cancello o da travi, come testimoniano i fori ancora presenti nell’architrave, e immette in una galleria a dolmen lunga quasi 11 metri. La Porta Minore detta Porta dei Falli o della Fertilità, collocata sul lato settentrionale è molto più piccola (m 2,12×1,16) ed immette in un angusto corridoio ascendente, perfettamente conservato, coperto con monoliti disposti uno sull’altro: un sistema di copertura che trova riscontro solo nell’interno della piramide di Menfi. Il nome deriva dalle incisioni che sovrastano la porta stessa: tre falli, ormai deteriorati dal tempo, simbolo di fertilità. Nell’antichità, infatti, si ritiene che tale passaggio sia servito per i riti pagani, e il simbolo, comune ai tempi degli antichi romani, era di buon augurio per chiunque percorresse la scalinata della porta senza mai fermarsi. In alto a sinistra è possibile notare alcune iscrizioni in lingua osca.

Le testimonianze medievali ad Alatri: Santa Maria Maggiore e il Palazzo Gottifredo

Notevoli sono i monumenti di età medievale. La chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore risale al V secolo: fu edificata sulle rovine di un tempio pagano. L’aspetto romanico-gotico si deve principalmente alle profonde modificazioni operate nel XIII secolo. Dell’esterno va segnalato il grande rosone realizzato agli inizi del XIV secolo. Nella chiesa sono conservate pregevoli opere quali il gruppo ligneo della Madonna di Costantinopoli (XIII secolo), il Trittico del Redentore di Antonio da Alatri, la Vergine con il Bambino e san Salvatore (prima metà del XV secolo) e il fonte battesimale del XIII secolo.


Del sec. XIII è anche il Palazzo Gottifredo, ora sede del museo civico, on una sezione antropologica in cui sono esposti oggetti particolari, quali una culla in tondino di ferro collocata tra due alberi che veniva utilizzata dalle coppie di carbonai per preservare i neonati da eventuali animali, e numerosi altri oggetti di vita quotidiana.

La grande meridiana e il palazzo Conti Gentili

La grande meridiana presente sulla facciata del palazzo Conti-Gentili è opera di Angelo Secchi, ed è stata realizzata nel 1867. L’orologio permette di determinare, nei limiti compresi tra le dieci e le sedici, sia il “tempo vero”, evidenziato dai segmenti rettilinei, sia il “tempo medio”, individuato dalle figure a forma di otto. Il Palazzo Conti-Gentili Il Palazzo Conti-Gentili, un edificio gentilizio che risale al XIII secolo, compone uno dei lati della piazza Santa Maria Maggiore, ed è saldato su un fianco alla chiesa degli Scolopi, con la quale condivide gran parte della sua storia recente: per oltre due secoli è infatti stato sede del Collegio delle Scuole Pie, retto dal 1729 al 1971 dalla comunità religiosa dei Padri Scolopi.

Chiese, affreschi e fontane monumentali

Della fine del X secolo la chiesa di San Silvestro, una delle più antiche della città, con un impianto romanico ad una sola navata, famoso per i pregevoli affreschi, dal duecentesco catino absidale con l’incoronazione della Vergine con i santi Giovanni Battista ed Evangelista e S. Silvestro col drago, fino ad opere del XV secolo. Anche la cripta merita una visita: un piccolo spazio ipogeo coperto da volta a crociera, risalente al IX sec., anch’esso affrescato.

La chiesa di San Francesco è una delle chiese principali della città di Alatri e, assieme all’ex convento, è stata la sede della comunità di frati francescani risale alla prima metà del Duecento. All’interno dell’antico convento, in un’angusta intercapedine attigua al chiostro si è preservato un affresco, scoperto per caso nel 1997. L’opera, in cattivo stato di conservazione, raffigura un labirinto circolare al cui interno è raffigurato un Cristo Pantocratore, risalente al XIII o XIV secolo. “Il Cristo nel labirinto” – nome con cui è noto l’affresco – viene considerato un unicum in quanto non esistono altri casi noti di raffigurazioni di un labirinto con un Cristo al centro.

Da vedere, anche le due fontane monumentali, quelal di Porta San Pietro, con tre bocche dalle quali esce l’acqua della fonte di Trovalle, sui Monti Ernici, e dove vediamo decorato il simbolo di Alatri, una torre alata, e la fontana Pia, al centro di Piazza Santa Maria Maggiore, dedicata a Pio IX in segno di gratitudine per la realizzazione di un nuovo acquedotto.

Le rassegne estive ad Alatri e il “Natale” della città al Solstizio d’Estate

L’estate di Alatri è una delle più ricche per quanto riguarda le attività culturali che animano la città. Da giugno a settembre, un denso programma di spettacoli, teatro, musica ed eventi con Alatri estate 2025, dedicato a storia, cultura e tradizione. Ad agosto, dal 12 al 15, appuntamento con la 54esima edizione del Festival Internazionale del Folklore Flavio Fiorletta, un evento che richiama ospiti e turisti da tutto il mondo. Alatri, che ancora oggi recupera una tradizione millenaria e il suo legame con gli astri e con l’antico, festeggia Natale il 21 giugno: una tradizione popolare che si ripete ogni anno all’alba del Solstizio d’Estate, una data simbolo che festeggia la nascita ideale della città ernica. Che sia leggenda oppure no, gli alatrensi e non solo, il giorno del Solstizio d’estate, il giorno in cui il sole raggiunge il punto di altezza massima nel cielo, dando così origine alla giornata più lunga dell’anno, si danno appuntamento nel parco dell’Acropoli in attesa del primo raggio, quello che permise di costruire la città con precisione millimetrica, basandosi sul suo percorso.