In provincia di Caserta, al confine con il Lazio, si trova un piccolo borgo dalla bellezza senza tempo, famoso per i suoi murales che tappezzano la superficie di case, edifici e vicoli. Abitato da poco meno di 100 persone, questo borgo è un piccolo gioiellino dal fascino rurale, per certi aspetti disabitato e forse proprio per questo tanto speciale. Qui la pace regna sovrana, la vita scorre lenta e ogni cosa conserva il sapore di un tempo lontano, fatto di tradizioni e usanze. Passeggiare tra i vicoli di questo delizioso borgo è un po’ come fare un tuffo nel passato ma con uno sguardo al futuro: un equilibrio perfetto tra passato e presente, tutto incentrato sull’arte.
Questo Borgo in provincia di Caserta è un museo a cielo aperto
Stiamo parlando di Valogno, un piccolo comune a ben 390 metri sul livello del mare. Circondato dal verde delle colline campane, questo paesino è la meta ideale per staccare la spina e concedersi del meritato relax, tra lunghe passeggiate e momenti di silenzio che rigenerano la mente. Ma scendiamo più nei dettagli…
I murales da non perdere, delle vere opere d’arte contemporanee
Il motivo principale per andare alla scoperta di Valogno? I suoi murales, delle vere e proprie opere d’arte di rara bellezza. Il primo che si incontra entrando nel borgo è quello delle attese e degli arrivi, dipinto grazie al sostegno del Dopolavoro Ferroviario di Formia. Dipinto dall’artista romana Alessandra Carloni, questo murales è incentrato sul tema dell’attesa in stazione e poi la partenza in treno, con personaggi sognanti che lasciano gli spettatori a bocca aperta. Pochi metri più avanti, troverete la chiesa di San Michele e il volto colorato di Frida Kalho, dipinto dall’artista Valentino Silvestre. Altrettanto suggestivi i murales “La Spedizione di Mille di Garibaldi” realizzato da Salvo Caramagno, e “Gli sposi”, due personaggi che si ritrovano in diverse opere presenti nel borgo. “Gli Sposi” sono in realtà parte di una trilogia d’amore, preceduti da un murales in cui i due si tengono la mano nel momento del fidanzamento e più avanti appariranno come una famiglia unita con bambini. Continuate il tour di Valogno ammirando il grande murales dedicato allo “Studio dell’artista”, opera di Salvo Caramagno e la “Bottega di Mastu Felice”, il falegname del paese. E infine, le ultime due opere imperdibili: quella dei “mazzamaurielli”, ovvero gli spiriti di bambini che vivevano nelle case aiutando o facendo dispetti agli abitanti, e quello del gatto e della bambina che prende le stelle, realizzato dall’artista Valentino Silvestre, artefice anche del murales di Frida Kalho.
Ecco come è nato il progetto dei murales…
Ma a chi è possibile attribuire l’idea di questi meravigliosi murales? A Giovanni, psicologo romano, e a sua moglie Dora, che da bambina trascorreva le estati nella casa di famiglia a Valogno. I due, stanchi del caos di Roma, hanno deciso di stravolgere le loro vite e di vivere in questo piccolo borgo campano. Un cambiamento importante ma studiato alla perfezione poiché i coniugi hanno deciso di dare un nuovo aspetto a Valogno, per evitare di vivere in mezzo a palazzi grigi. Ed ecco quindi la loro idea: un’associazione culturale che invita artisti di tutto il mondo a colorare le pareti del borgo con murales accattivanti. Il modo migliore per visitare Valogno è organizzare una passeggiata e un pranzo condiviso proprio con Giovanni e Dora: lui accompagna le persone in giro per il borgo raccontando la sua storia personale e quella del paesino, mentre Dora prepara un pranzo condiviso da gustare tutti insieme nella loro “casa-pensatoio”. La loro casa è un mondo a parte che vede persone riunirsi, parlare e condividere movimenti di vita.
Le altre attrazioni da non perdere, delle chicche dal fascino senza tempo
Valogno è un microcosmo lontano anni luce dal presente: niente turismo di massa o folle di persone, tutto si riduce al minimo indispensabile. Eccetto i bellissimi e numerosi murales, le attrazioni da non perdere qui non sono tante ma tra le più significative spiccano le tre chiese, di cui una chiusa e ormai privata. Stiamo parlando della Chiesa di San Giuseppe che apre solo il 19 marzo (questo giorno coincide con la solennità liturgica di San Giuseppe, festa particolarmente sentita nel borgo) e quella di San Michele, a cui gli abitanti, situata proprio all’ingresso del paese.