Tra i Borghi più belli d’Italia, Trevi, in provincia di Perugia, vanta più di un riconoscimento, e a ragione. È bandiera Arancione del Touring Club, ma anche Città dell’Olio, Città Slow, Città Bio… si presenta come un autentico “museo diffuso” per le mille espressioni d’arte che qui si trovano, incastonate in uno scenario naturale e paesaggistico tra i più belli di tutta l’Umbria. Circondato da mura e uliveti, Trevi spicca sulla Valle Umbra vicino alle rive del Clitunno, dominando la piana spoletina, non lontano da Montefalco. Una specialità che si può assaggiare solo qui, è il sedano nero, una variante prelibata riconosciuta come presidio Slow Food.
Cosa vedere a Trevi
Le mura che circondano Trevi risalgono all’epoca romana, al I secolo a.C., mentre nel paese si trovano molte testimonianze medievali e rinascimentali. L’impianto urbanistico è così particolare che le è valso il nome di “città-chiocciola”. La visita del centro storico può partire da via Roma, attraversata la quale si arriva nella centrale piazza Mazzini, chiusa ad angolo dal Palazzo comunale del XIII secolo con la torre civica. Da lì si sale in cima al colle, dove spicca la cattedrale di S. Emiliano. Era in questa parte di paese, cinto dalle mura, che si concentrava l’abitato di epoca altomedievale, con una caratteristica disposizione dei mattoni a formare motivi tradizionali.
Lungo la via che sale verso il centro storico si trova il Santuario della Madonna delle Lacrime che, secondo la tradizione, deve il suo nome alla lacrimazione di un dipinto raffigurante la Madonna, episodio al quale seguirono vari miracoli. Tra le varie cappelle cinquecentesche da menzionare c’è quella dell’Adorazione dei Magi del Perugino e quella della Deposizione di Giovanni di Pietro detto lo Spagna.
I palazzi del 400 e 500
A partire della seconda metà del Quattrocento, l’architettura signorile dei palazzi nobiliari cambia il volto della città e segna un periodo di grandi trasformazioni urbanistiche. Rinascimentale è la Casa Petrucci, la cui facciata conserva scene di carattere profano raffiguranti il Mito di Diana e Atteone.
Villa Fabri fu costruita dalle fondamenta sul finire del Cinquecento e inaugurata nel 1603 da Girolamo Fabri “per sollievo della sua vecchiaia, a gioia dei posteri e del paese, con ampia vista sulla amena valle spoletana, in vicinanza della Città di Trevi, circondata da ogni parte da grandi alberi e ridente giardino”. La storia ci racconta poi di numerosi cambi di proprietà fino alla recente acquisizione da parte del Comune di Trevi.
Chiesa di San Francesco: “arenga” e museo nel complesso dell’ex convento
La Chiesa di San Francesco, del XIV secolo, in stile Gotico, fu eretta per onorare il Santo che aveva predicato a Trevi nel 1213. Sorge su un edificio sacro costruito nel 1268 dedicato a Santa Maria. Nella prima metà del XIV secolo la chiesa fu ampliata. In epoca comunale, quando le assemblee del popolo non potevano svolgersi nella piazza per il cattivo tempo, all’interno della chiesa veniva convocata l’assemblea del popolo, chiamata “arenga” per “risolvere affari di grande importanza intervenendovi circa 600, 700 persone alla volta, che davano il loro pare invece del voto, con l’alzar le mani, osservandosi in tal modo se la sua maggior parte l’avesse alzate per averne la risoluzione”. Fu nel corso del XVI secolo restaurata e dotata degli altari attuali.
Chi osserva una foto aerea di Trevi nota che il complesso Francescano, ubicato tra la cerchia urbica romana e quella medievale, occupa buona parte del centro storico. L’origine del luogo, che la tradizione ritiene fondato dallo stesso San Francesco di Assisi, si fa risalire al 1213, anno in cui il Santo predicò al popolo di Trevi nella piazza del Comune. L’ex convento annesso alla chiesa ospita il complesso museale, ristrutturato recentemente, dove sono raccolte opere d’arte di San Francesco, con dipinti dal XIV al XVII sec., tra cui un trittico e un polittico di scuola folignate e una Pala d’altare dello Spagna.
La Pinacoteca e il Museo della Civiltà dell’Ulivo: un percorso museale tra arte antica e tradizione
A conservare altre preziose opere, anche la Pinacoteca Civica, altro plesso che chiude, con il Museo nazionale della Civiltà dell’Ulivo, il percorso museale di Trevi. Un borgo “dai mille capolavori”, dove cultura e tradizione di fondono in un unico meraviglioso connubio. Proprio a Trevi, per la secolare tradizione della produzione dell’olio d’oliva, è nata l’Associazione Città dell’Olio. Nella parte bassa del paese si raggiunge la Piaggia, area racchiusa da mura medievali, caratterizzata da numerose e suggestive stradine.
Nella pinacoteca cittadina è conservato il dipinto raffigurante la Madonna col Bambino benedicente in un paesaggio, un’opera non finita del Pinturicchio, forse un prototipo da cui furono ricavati altri esemplari. Il quadretto è dipinto a tempera su tre assicelle di legno riunite insieme in orizzontale. I volti sono modellati con un tono di fondo verdastro su cui si stendono velature di rosa pallido, così nel piccolo Gesù, quasi interamente nudo sotto la festicciola trasparente, abbozzato finemente, le braccia, le gambe grassocce, i piedini un po’ gonfi sul dorso.
Il sedano nero di Trevi
Altro prodotto tipico di Trevi, oltre all’olio, è il sedano nero: coltivato secondo una precisa tradizione agricola che si tramanda da generazioni, fin dal XVII secolo: il sedano nero. I semi vengono piantati il sabato prima di Pasqua, fino a che, cura dopo cura, dopo l’estate si può raccogliere questo prodotto a coste larghe dal colore e dal profumo intensissimo. Ottimo a pinzimonio, per vellutate e addirittura come estratto all’interno di una birra artigianale. Visitate Trevi a ottobre e potrete trovare questa specialità, presidio Slow Food, in ogni ristorante o durante una sagra dedicata.