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Trekking e meditazione: 5 eremi da scoprire sui monti dell’Abruzzo

Trekking e meditazione: 5 eremi da scoprire sui monti dell’Abruzzo
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Natura, arte, spiritualità: il mix ideale per un viaggio alternativo. Si trovano sulla Majella e sono gli eremi antichi per un tour tra spiritualità e impegno fisico


Piccoli, nascosti, incastonati nella roccia: appaiono all’improvviso a una svolta su un sentiero tra boschi e pendii, sempre circondati da una natura incontaminata. Vogliamo portarvi oggi tra gli eremi della Majella, insieme al Gran Sasso la grande montagna d’Abruzzo, luogo del Parco Nazionale. Luoghi di culto antichissimi, dove ancora oggi si respira misticismo e si sentono vibrare elevate energie spirituali, costruiti e scavati nella pietra dai primi uomini di fede che si stabilirono in Abruzzo ancor prima dell’anno Mille.

In Abruzzo alla scoperta degli Eremi: luoghi di misticismo e bellezza

Il Parco Nazionale della Majella non è soltanto una meta gettonatissima per escursioni, sciate, lunghe camminate nella natura o arrampicate sulla roccia. Il parco è infatti fortemente legato alla storia millenaria del suo territorio, fatto di piccoli borghi che punteggiano i fianchi dei monti. Perché l’Abruzzo? I pellegrini e gli uomini di fede, anche provenienti dal lontano Oriente, scelsero questi luoghi ancor prima di aree anch’esse dense di monasteri e eremi come Umbria e Toscana, proprio per la vicinanza con Roma. Da qui iniziarono a diffondere il messaggio della cristianità. Molti decisero di ritirarsi sulle pendici più remote dei monti abruzzesi, per seguire una vita di preghiera e meditazione. Fu così che tra il XI ed il XVII sorsero circa un centinaio di eremi in tutta la regione, ben 20 dei quali si trovano oggi all’interno del Parco Nazionale. Vi presentiamo i cinque eremi più noti e quelli in cui si respira l’atmosfera più autentica del parco, tra i sentieri più belli e scenografici della Majella.

La maggior parte degli eremi sono collegati tra di loro dal Sentiero dello Spirito, un lungo itinerario di 70 chilometri che si possono percorrere in 4 o 5 tappe studiato per far ammirare questi luoghi della fede, tutte percorrendo i sentieri del Parco. Eh si, proprio come un piccolo Cammino di Santiago da fare in Italia: in fondo siamo nell’anno giubilare e sono tantissime le occasioni, in tutta Italia, per scoprire itinerari antichi tra arte, storia e natura, percorsi nei millenni dai pellegrini, a prescindere dal sentimento religioso o dal credo di ciascuno di noi.

Eremo di Sant’Onofrio al Morrone

L’eremo di Sant’Onofrio al Morrone è un edificio religioso, monumento nazionale dal 1902, posto sulle pendici dell’omonimo monte, nei pressi di Sulmona. Costruito attorno al XIII secolo, custodisce la memoria di Pietro Angelerio (o Pietro da Morrone), il frate eremita che qui visse e che divenne papa nel 1294 con il nome di Celestino V e poi santo. È raggiungibile attraverso uno scosceso sentiero che conduce dalla frazione Badia di Sulmona, fino al punto dove si trova l’eremo, letteralmente incollato alla roccia. Dal suo lungo terrazzo si può ammirare la città di Sulmona e la grande abbazia di S.Spirito, che fu la prima sede dell’ordine Celestiniano. A pochi chilometri dall’Eremo di Sant’Onofrio, sul Sentiero dello Spirito, c’è anche il piccolo Eremo di S. Croce al Morrone, un piccolo edificio rettangolare a navata unica che rappresenta uno dei luoghi di culto più selvaggi del parco.

Eremo di San Giovanni all’Orfento

Sempre sul Sentiero dello Spirito, a 1.227 metri sorge l’Eremo di San Giovanni, nella Valle dell’Orfento. Si tratta di uno dei siti religiosi più suggestivi del Parco, fuso praticamente con la grotta sopra la quale sorge. Celestino V abitò qui circa 9 anni, insieme a pochi discepoli. Dedicato a san Giovanni, costituisce l’eremo celestiniano di più difficile accesso nel parco nazionale della Maiella: dopo una piccola gradinata si giunge al suo ingresso e per entrare e accedere alla cavità bisogna infatti sdraiarsi a terra e strisciare per 2-3 metri sulla roccia! Nel 1995 vi furono effettuati degli scavi che portarono alla luce reperti riconducibili all’età del bronzo ed evidenziarono la struttura originaria del luogo di culto, ben prima quindi dell’arrivo di Celestino.

Eremo di San Bartolomeo in Legio

L’Eremo di San Bartolomeo in Legio nel Comune di Roccamorice è sicuramente uno dei più iconici e rappresentativi degli eremi e dei luoghi di culto rupestri della Maiella. Incastonato all’interno della verticale parete del vallone omonimo, San Bartolomeo, costruito interamente in pietra addossato ad una cavità naturale sospesa al di sopra del torrente, è anch’esso legato al Santo, che frequentò questo romitorio dalla metà del XIII. All’interno dell’eremo sono ancora visibili la Scala Santa e la celletta eremitica dove il Santo Papa Eremita dimorò. Dalla piccola chiesa, costruita nel cuore della roccia del Vallone di S. Spirito, si può proseguire verso la Valle Giumentina o continuare verso il prossimo luogo di culto.

Eremo di Santo Spirito a Majella

Continuando il cammino lungo il Vallone di S. Spirito, dai 610 metri di San Bartolomeo in Legio, si sale fino ai 1.130 dell’Eremo di S. Spirito a Majella. Fondato sempre da Celestino V, questa struttura fu abitata fino agli inizi dell’800. La Chiesa di Santo Spirito a Maiella, si presenta immersa in un contesto paesaggistico e naturalistico unico, a 1132 metri di altezza, lungo una parete di roccia calcarea avvolta da una maestosa faggeta.

Le Gole e il Monastero di San Martino in Valle , le sorgenti del Verde e il borgo di Fara San Martino

Lungo il percorso escursionistico che parte da Fara San Martino alle sue Gole di San Martino, una forra naturale incisa dallo scorrimento delle acque, dove le incombenti pareti rocciose quasi si sfiorano fino ad aprirsi. Lasciate le spettagolari Gole, seguendo il canyon scavato nella roccia, in fondo si aprono alla vista i resti del Monastero di San Martino in Valle. Il Monastero benedettino, costruito nel IX secolo all’imbocco del Vallone di Fara, ritornato alla luce nel 2009 dopo un accurato intervento di scavo archeologico. È possibile vedere l’antica struttura dell’Abbazia e della foresteria annessa datata tra il IX e il XV secolo.