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Questo borgo medievale è una piccola perla tra i monti del Gran Sasso

Questo borgo medievale è una piccola perla tra i monti del Gran Sasso
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Un piccolo gioiello incastonato tra i monti dell’Abruzzo che rivela un’antica tradizione artigiana e una storia affascinante


Un piccolo borgo in provincia dell’Aquila è davvero una perla nascosta, annoverata tra i borghi più belli d’Italia, per quanto colpito dal terremoto resta davvero affascinante, con un’atmosfera antica tra vicoli e palazzi in pietra, con meravigliosi scorci sulle montagne. Si trova infatti all’interno del parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, parte della comunità montana Campo Imperatore – Piana di Navelli. Arroccato sul versante sud del monte Bolza, si affaccia sulla valle del Tirino ed è posto a oltre mille metri sul livello del mare.

Il fascino di un borgo di pastori incastonato tra le montagne d’Abruzzo

Ancora oggi sono visibili insediamenti antichissimi: tre fossati circolari concentrici e altrettante cerchie murarie. Una storia che arriva poi al medioevo, quando per difendersi dalle invasioni longobarde gli abitanti del villaggio a valle costruirono un castello su un colle più a nord. Sviluppato durante il 400 e 500 sotto il controllo della fiorentina famiglia dei Medici, si specializzò, grazie all’intensa attività della pastorizia, nella produzione e lavorazione della lana, per cui divenne e restò a lungo un importante centro di riferimento, anche dopo l’unità d’Italia. Siamo sulle strade impervie della transumanza, tradizione pastorale del centro sud Italia, e dovremo aspettare il secolo scorso per vedere lo sviluppo di infrastrutture stradali che interromperanno la vita per lo più isolata ma prospera del borgo. Passeggiare dentro al borgo vi darà l’impressione di perdere l’orientamento, tra stretti vicoli e scalinate, ma avrete sempre come punto di riferimento il campanile e la cupola della chiesa principale.

Il borgo e il suo “Castello”

Il nome attuale richiama un omonimo (e più famoso) luogo pugliese: Castel del Monte in Abruzzo non ha le tracce di un vero e proprio castello, ma è l’intero borgo ad esserne l’evoluzione di quello eretto tra l’XI e il XII secolo, la cui chiesa matrice di San Marco Evangelista ne era la cappella, per dare protezione ai pastori che venivano da valle. Le vie del Ricetto di oggi corrispondono a quello che un tempo era il centro del vecchio castello. Vi stupiranno le dimensioni del centro storico: piuttosto ampie per essere un borgo di montagna. Ecco le principali attrazioni che troverete, passeggiando su e giu per i vicoli in un tour affascinante che vi porterà lontano nella storia.

Dalla porta d’accesso alla chiesa matrice di San Marco Evangelista

L’ingresso al centro storico di Castel del Monte passa per la porta Sant’Ubaldo (porta du ru cotte in dialetto), varco ricavato dalle mura di roccia che si legano alle pareti degli edifici che si incontrano. Un arco a sesto acuto che costituisce l’ingresso nord all’antico borgo, la parte che più aveva bisogno di difesa perché più esposta. Sulle mura, noterete i fori circolari che erano posti per le armi da fuoco alle porte della cittadina, che pur non impedirono l’assalto spagnolo dalla vicina città dell’Aquila.

La chiesa matrice, nata con le origini del borgo storico medievale, è la più importante e antica. Costruita nel primo nucleo del castello antico, tra l’XI e il XII secolo, fu poi progressivamente ampliata e modificata. Ben visibile dall’esterno è la sua cupola ottagonale, che definisce il profilo di Castel del Monte. Le decorazioni sono numerose e sono composte da statue, bassorilievi e una fonte battesimale del XVI secolo riportante lo stemma dei Medici. A fianco della chiesa, il campanile a base quadrata, anch’esso ben riconoscibile dall’esterno, che aveva fino al 1800 la doppia funzione di essere campanile e torre d’avvistamento.

Rione Ricetto, l’area più antica e suggestiva del centro storico

è questa la parte più antica del borgo, dove si rifugiarono (ricettarono, in dialetto) gli abitanti del villaggio più in basso, Marcianisci, situato sul colle San Marco, per sfuggire alle invasioni dei barbari. In origine era un castello dalla forma arrotondata, a cui era possibile accedere tramite due varchi. Oggi al posto del castello troverete il susseguirsi di case ed edifici, ma il quartiere antico è ancora racchiuso tra le mura della città.

Il Museo della lana, per un tuffo nella tradizione antica

Tra le cose da vedere a Castel del Monte rientra anche il museo della Lana, anche conosciuto come museo dell’Arte della Lana, che ripercorre la storia di questa tradizione artigiana che ha fatto la fortuna degli abitanti per secoli. All’interno del museo, posto in un antico palazzo, troverete strumenti antichi, telai, arcolai ed esempi di tessuti lavorati dagli artigiani locali. Una vera e propria arte, che non vi aspettereste di trovare in un luogo così aspro, impervio e isolato. Fu infatti questo ad attrarre la famiglia dei Medici, dalla lontana Firenze, per commercializzare questo tesoro locale con le principali corti d’Europa.

La Taverna e la Casa Antica

Tra gli edifici più antichi del borgo, la Taverna, riconoscibile per la meridiana sulle mura esterne, e la Casa Antica, con possenti archi che, al piano superiore, proteggono un loggiato. All’interno potrete comprendere come fossero le abitazioni in passato: il focolare al centro della cucina, gli attrezzi per preparare il cibo, gli oggetti della vita quotidiana. Così potrete comprendere lo stile di vita di una famiglia nobile castellana nei secoli passati.

Piazzetta Caduti di Marcinelle

Come molti paesi del centro sud Italia, quando per la concorrenza estera ebbe fine il lungo periodo di prosperità legato alla produzione e alla lavorazione della lana, gran parte degli abitanti emigrarono in altri paesi come Francia, Belgio e Olanda. A ricordare i tanti abitanti che persero la vita nelle miniere belghe, a inizio novecento, la piazzetta intitolata Caduti di Marcinelle. Quasi incastrata all’interno dell’intrico di palazzi e vicoli, è realizzata attraverso un terrazzamento sulla collina. Al centroil monumento all’emigrante, realizzato da Gloria Sulli nell’agosto del 2008. Come recita una targa posta sulla roccia della piazza, il monumento è dedicato a tutti quelli che sono partiti e a tutti quelli mai tornati.

Fontana di Castel del Monte

Prima di lasciare Castel del Monte, passerete davanti alla sua fontana, una a lunga vasca che segue il perimetro della piazzetta in cui è posta, presenta al centro la scultura del viso di un uomo dalla cui bocca sgorga l’acqua. La fontana, risalente al novecento, segue la forma dell’antico abbeveratoio che i pastori utilizzavano per i loro greggi.