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Questo borgo della Sicilia è una gemma tutta da scoprire

Questo borgo della Sicilia è una gemma tutta da scoprire
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Nel cuore della Sicilia, si trova un meraviglioso borgo dalle origini antichissime, ricco di attrazioni mozzafiato e di chiese storiche. Scopriamolo insieme…


Nel cuore della Sicilia, a poco meno di 40 km da Enna, si trova un piccolo borgo dal fascino senza tempo, celebre per la sua storia millenaria e per il suo passato molto interessante, due aspetti che hanno contribuito a rendere questo paesino non solo ancora più suggestivo ma celebre in tutta Italia. Le sue stradine strette, gli edifici antichi in pietra e l’atmosfera autentica che si respira ad ogni angolo attirano ogni anno centinaia di viaggiatori!

Questo Borgo della Sicilia è un sogno ad occhi aperti

Di quale borgo stiamo parlando? Di Agira ovviamente, ufficialmente inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia. Situato sul monte Teja da dove domina il lago Pozzillo, Agira sorge sui resti dell’antica città sicula Agyrion, la stessa che venne colonizzata dai greci al loro arrivo in Sicilia. Ricco di attrazioni storiche, con tracce greche, romane, bizantine e normanne, questo borgo arroccato su una collina offre anche panorami mozzafiato sulla valle del Salso e sull’Etna. Ma scopriamone di più…

Tutte le attrazioni da non perdere nel centro storico e dintorni

Sono numerose le attrazioni da non perdere ad Agira, sebbene una delle più importanti sia sicuramente il Castello Medievale, costruito su una fortezza saracena preesistente e situato sulla parte più alta del monte Teja. Da qui potrete godere di una vista mozzafiato sulla natura circostante, tra cui i tre principali gruppi montuosi della Sicilia: Etna, Nebrodi, Madonie. Un’altra attrazione imperdibile è il quartiere di Santa Maria Maggiore, il quartiere più antico di Agira nel quale si trova l’omonima chiesa di S. Maria Maggiore e l’Ecomuseo di Cultura Materiale. Dopo essere andati alla scoperta di ogni via di questa zona, ritagliatevi del tempo per visitare il quartiere arabo, caratterizzato da un tessuto urbanistico di tipo arabo, con l’articolazione delle strade in shàri (strada principale, pubblica), durub (strada secondaria semipubblica) e azikka (vicolo cieco, privato, dal quale si accede alle abitazioni di uno stesso ambito familiare). Prima di lasciarvi alla spalle Agira, non potete assolutamente perdervi la Grotta di San Filippo, un ipogeo del cimitero tardoromano e il Cimitero di Guerra Canadese, situato a 3 chilometri dal borgo, in cui sono seppelliti 490 soldati canadesi caduti durante la Seconda Guerra Mondiale a seguito della campagna di Italia avviata dall’Operation Husky.

Questo borgo è ricco di chiese dal fascino senza tempo: scopriamole insieme…

Passeggiando tra le stradine del borgo, vi imbatterete in diverse chiese molto caratteristiche, come la Chiesa del Santo Salvatore, localizzata in uno dei quartieri più antichi, proprio sotto la rocca del castello, accanto ai resti della seconda cinta muraria. Nel corso del tempo, questo edificio religioso ha subito diversi interventi di ristrutturazione, tra cui la maestosa facciata in stile tardo rinascimentale con elementi barocchi e il campanile- elementi architettonici delle varie fasi costruttive ancora oggi visibili. All’interno di questa chiesa, non potete perdervi l’Aron Ha Qodesh, il prezioso Aron in pietra di Agira d’epoca aragonese in stile gotico catalano, tra i più antichi d’Europa e l’unico in pietra poiché solitamente in legno. Molto bella anche la Chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita secondo la tradizione sui ruderi di un preesistente edificio di culto pagano. Tra le attrazioni da non perdere qui, spiccano la cappella nella quale si trova una croce di legno del XV secolo dipinta su entrambe le facce e l’altare normanno, dedicato un tempo alla Madonna della Neve e oggi dedicato alla Madonna della Catena. Da non perdere poi la Chiesa di Sant’Antonio Abate (edificata nel 1505 sui resti della precedente e situata nel quartiere più alto del borgo) famosa per il campanile alto una ventina di metri, e la Chiesa di Santa Margherita, ricostruita dopo il terremoto del 1693. Tra le tante opere presenti, spiccano la statua in marmo dell’Immacolata del napoletano G. Picano (1787), l’altare maggiore con pitture in oro su vetro (XVII sec.), il pulpito dipinto in legno intagliato e alcune tele del Seicento e del Settecento.

Continuate il tour degli edifici religiosi del borgo, andando alla scoperta della Chiesa di San Pietro Apostolo, dedicata a San Pietro, celebre per il suo altare maggiore in marmo scolpito e per il polittico della fine XV secolo. E infine, le ultime due: la Chiesa di Sant’Antonio di Padova, situato nella piazza principale di Agira, ricca di cose da vedere (come una bella tela del secolo XVII raffigurante Sant’Andrea apostolo e un bellissimo Crocifisso ligneo del secolo XV) e la Chiesa Reale Abbazia di San Filippo, nella quale si trovano pregiate opere e manufatti artistici, tra cui parti del busto d’argento di San Filippo  realizzato nel 1652 dal messinese P. Juvarra, l’arca argentea con le reliquie del santo patrono, di Sant’Eusebio, di San Luca Casali e di San Filippo Diacono e un un Coro ligneo. Questa chiesa inoltre, possiede un interessante archivio storico di pergamene riferibili dal XII al XIX secolo.

I piatti tipici locali, un’esplosione di gusto e sapore

Agira, oltre ad essere celebre per le sue chiese e le numerose attrazioni, è anche famosa per i piatti tipici locali, un’esplosione di gusto e sapore! Tra le prelibatezze più note, rientra sicuramente la Cassatella, un dolce molto antico, la cui ricetta si tramanda oralmente da generazioni. Nel tempo, la sua notorietà ha superato i confini dell’Italia e oggi è ufficialmente riconosciuta e compresa nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali del nostro Paese. Si tratta di un dolce dalla forma a mezzaluna, composta da un delizioso involucro di pastafrolla tenera i cui ingredienti sono uova, farina di grano tenero, strutto e zucchero a velo per la copertura. Il ripieno è uno speciale impasto di cacao, mandorle tritate, farina di ceci, zucchero, scorza di limone essiccata e una piccola dose di cannella.