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Le spiagge italiane dove nascono le tartarughe: ecco dove vederle

Le spiagge italiane dove nascono le tartarughe: ecco dove vederle
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Oltre 600 nidi di tartarughe in Italia, è record sulle spiagge italiane. Ecco come e dove assistere alla schiusa delle uova, un’esperienza emozionante per tutta la famiglia


Dal censimento – ancora parziale – effettuato da Legambiente, nel 2025 si sono registrati oltre 600 nidi di tartarughe Caretta Caretta sulle spiagge della penisola. Un forte aumento, del 30% circa, rispetto allo scorso anno. È il risultato del continuo lavoro di tanti operatori, ricercatori e volontari che monitorano le nostre coste – anche con droni e speciali “protettori” come i tarta-dog – per la tutela delle tartarughe marine che sempre più scelgono il Mediterraneo occidentale per nidificare. Le coste italiane sono tra i luoghi più frequentati da questi animali primordiali, tra i più antichi rettili ancora viventi.

Aumentano le tartarughe in Italia e nel Mediterraneo occidentale: perché?

Perché questo aumento? Da una parte i cambiamenti climatici, dall’altra proprio le attività di protezione, monitoraggio e sensibilizzazione, non solo nelle aree marine protette. Fino a pochi anni fa, le tartarughe Caretta caretta nidificavano soprattutto sulle coste di Grecia, Turchia, Libia e Cipro. Da un po’ di tempo però come in Italia, anche in Francia e Spagna si sta registrando un aumento dei nidi, dove le femmine tendono a tornare anno dopo anno. Il primo dei motivi è il riscaldamento globale: il Mediterraneo, per la sua conformazione chiusa, è soggetto a un aumento maggiore del calore delle sue acque, con temperature estive che raggiungono i 30 °C in superficie. Maggiore è la presenza umana, minore è la probabilità che i siti vengano scelti per nidificare, ma con l’aumento delle azioni di tutela e prevenzione – con accordi e protocolli fatti con Comuni, aree protette e stabilimenti balneari – le aree di nidificazione vengono individuate e salvaguardate, contribuendo così a far coesistere le presenza umana sulle spiagge con la sopravvivenza dei nidi.

Il periodo della schiusa: un momento magico

Le tartarughe marine hanno la tendenza a tornare alle spiagge in cui sono nate, alla fine di maggio, per scegliere il luogo in cui deporre le uova in buche poco profonde nella sabbia. Il periodo della schiusa arriva qualche mese dopo, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Ci siamo quasi, quindi, ai giorni in cui le uova si romperanno e i piccoli inizieranno la loro corsa verso il mare.

I dati delle regioni italiane nel 2025: in aumento dal sud al nord

Sono ben 13 su 15 le regioni dove è stata accertata in questa estate almeno una nidificazione nel 2025: un record assoluto. Il numero maggiore di nidi è chiaramente al Sud: 200 nidi in Sicilia, 130 in Calabria, 103 in Campania e 64 in Puglia. E poi Sardegna, Molise e Basilicata, ma anche Toscana, Lazio, Liguria e Veneto, dove è stato registrato il nido più a nord del Mediterraneo già nel 2021. In ciascuna regione sono attive reti di salvaguardia, monitoraggio e soccorso che tengono d’occhio i nidi per tutto il periodo, dalla deposizione alla schiusa, giorno dopo giorno.

TartaLazio, la rete di volontari che protegge le tartarughe

Nel Lazio l’area della costa dove è maggiormente segnalata la presenza di nidi di Caretta caretta è il Circeo, a San Felice, ma anche nei pressi di Anzio, Marina di Ardea e sull’isola di Ventotene. Solo una decina di giorni fa, a Sabaudia, nei pressi di Torre Paola, si è registrata la prima, straordinaria nascita, da un nido di oltre 109 uova. Prima una, poi tutte le altre, hanno iniziato ad attraversare la sabbia sotto lo sguardo attento dei volontari di TartaLazio. Nella stessa notte, a Passoscuro, nel Comune di Fiumicino, una Caretta caretta è stata osservata uscire dall’acqua e andare a deporre le proprie uova: è stato registrato quindi il 19esimo nido laziale di questa stagione.

Calabria, nella costa ionica il maggior numero di nidi

Le spiagge calabresi si confermano  un habitat privilegiato per le tartarughe marine, grazie anche al lavoro dei volontari che proteggono i nidi e sensibilizzano i turisti e a una maggiore attenzione da parte di enti locali e gestori di stabilimenti. La costa ionica, sia in provincia di Catanzaro che di Reggio, è la zona con la maggiore densità di nidi d’Italia. Particolarmente denso è il tratto tra Brancaleone e Melito Porto Salvo. Da Giugno a settembre il Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone è aperto tutti i giorni ai visitatori. Un’opportunità unica per conoscere da vicino questi splendidi animali e il loro ambiente. La schiusa delle uova avviene generalmente di notte e quindi, per assistere proprio al momento della nascita, è sempre bene contattare i centri e le associazioni che vi aggiorneranno su avvistamenti e iniziative.

Campania, nidi tra Ischia e Cilento. In questi giorni la schiusa nell’area di Battipaglia

In Campania sono già oltre 100 i nidi di tartarughe marine Caretta caretta avvistati e monitorati (precisamente 108, una settimana fa). Da Ischia al Cilento, a Camerota e sul litorale domitio di Castel Volturno (che detiene il record di 42 nidi), dove sono già iniziate le schiuse a inizio agosto, ma anche Eboli e Battipaglia, dove sono in corso proprio in questi giorni, la Campania si pone tra le regioni con una maggiore densità di nidi, la rete di protezione si rafforza e i cittadini sono sempre più coinvolti in attività di sensibilizzazione e tutela.

Puglia, le schiuse in Salento e nell’area protetta di Porto Cesareo

È il Salento l’area pugliese in cui ormai da diversi anni vengono documentate, sorvegliate e protette le deposizioni delle tartarughe e sono i luoghi ideali per osservare questo spettacolo naturale. Anche nel 2025, le prime deposizioni sono state segnalate a Torre dell’Orso, Gallipoli e Porto Cesareo. L’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, oltre alla meraviglia naturale che conserva, è uno dei luoghi dove è più facile (e sicuro per gli animali) ammirare la schiusa delle uova. Qui ogni anno aumenta sempre di più l’attività di tutela e salvaguardia, e grazie all’assistenza continua degli addetti, è possibile organizzare appostamenti guidati per essere certi di assistere allo spettacolo. Torre Chianca a Porto Cesareo è divenuta anche sede del Centro di Primo Soccorso Tartarughe Marine e Centro di Esperienza Ambientale, aperto e visitabile tutto l’anno.

Marche, non perdetevi il Tarta Day di Numana

Anche se al momento sono stati registrati solo 2 nidi sulle coste marchigiane, e altrettanti in Emilia Romagna e in Abruzzo, a Numana, sulla riviera del Conero, viene organizzata ogni anno un’iniziativa meravigliosa, il Tarta Day: giornate di festa in cui le tartarughe, che durante l’inverno restano impigliate nelle reti da pesca, dopo essere state curate nei centri di recupero della Fondazione Cetacea di Riccione, vengono restituite al mare: una splendida occasione per sensibilizzare grandi e piccoli sul rispetto e la tutela delle tartarughe marine. Questi eventi, circa uno al mese nel periodo estivo, avvengono dalla spiaggia delle Due Sorelle. La prossima data è il 1 settembre e i biglietti si acquistano sul sito. Nella zona di Numana Alta, tra la Spiaggiola e la Spiaggia dei Frati, da giugno 2013, è stata inaugurata la Caletta delle Tartarughe, un ambiente protetto dove le tartarughe salvate possono nuotare e riprendere confidenza con le acque del mare, sotto controllo dei volontari. La caletta è visitabile durante il giorno ed è facilmente raggiungibile a piedi dal porto di Numana.

Sicilia, dalle isole pelagie alla straordinaria scoperta nella costa nord-ovest

Le coste siciliane si sono confermate anche quest’anno un’area cruciale per la nidificazione della specie Caretta caretta, con oltre 200 nidi registrati e centinaia di nuove tartarughe nate. L’isola di Linosa ha avuto un ruolo di primo piano, con la prima schiusa dell’anno, a luglio, e un record di nidi. Anche la costa nord-occidentale, in particolare Capaci, ha visto la presenza di un nido, un evento raro per la costa nord-occidentale della Sicilia. La spiaggia dell’Isola dei Conigli a Lampedusa è una zona di ovodeposizione da oltre 25 anni. Quest’anno si è registrato anche il rarissimo fenomeno della schiusa diurna. Qui operano sia WWF che Legambiente e il centro di recupero è visitabile tutto l’anno.