Non tutti sanno che questa cittadina dell’Occitania, nel sud della Francia, è il luogo dove è nato il celebre pittore francese Toulouse-Lautrec. Dominata dalla Cattedrale che – insieme al Palais de Berbie – costituisce la “città episcopale”, patrimonio Unesco dal 2010, Albi è nota anche come la “città rossa”, un reticolo di vicoli in mattoni che cambiano colore a seconda di come la luce del sole li colpisce. A fianco scorre placido il fiume Tarn, che offre un panorama unico sul Pont Vieux. Intorno, paesaggi, colline e borghi che ricordano il dolce vivere della nostra Toscana.
- La città rossa di mattoni che ricorda l’Italia
- Il centro storico di Albi e i quattro rioni densi di vita e storia, dal medioevo al rinascimento
- Cattedrale di Santa Cecilia
- Palazzo Berbie e il Museo Toulouse-Lautrec
- La collegiata di Saint-Salvi e il chiostro dove riposare e meditare
- Il Pont-Vieux d’Albi, uno pochi ponti di origine medievale ancora in uso
- La natura incontaminata delle rive del Tarn, come esplorare il fiume e le sue sponde con una fantastica vista sulla città
- Le Bastide Albigesi, non perdetevi nei dintorni la “piccola Toscana” della valle del Tarn
La città rossa di mattoni che ricorda l’Italia
Situata nella regione dell’Occitania e fondata lungo il corso del fiume Tarn, la città vescovile conta poco meno di 50.000 abitanti e ogni anno attira più di 800 mila visitatori da tutto il mondo. Vanta l’unico ponte medievale ancora utilizzato al giorno d’oggi e un complesso monumentale in mattoni unico in Europa e nel mondo: la cattedrale e il Palais de la Berbie sono i più grandi edifici in mattoni cotti, che regalano una tavolozza di colori cangianti a ogni ora del giorno virando dal rosa all’ocra e soprattutto al rosso, tanto che le è stato dato questo nome. Insieme i due monumenti costituiscono la città episcopale, dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 2010, prestigiosa sede del museo Toulouse-Lautrec.
Il centro storico di Albi e i quattro rioni densi di vita e storia, dal medioevo al rinascimento
Attorno ai due colossi di mattoni, quattro rioni storici, con Castelviel, la culla della città con piazze e case medievali, vicoli stretti, che ancora conserva il fascino del passato, e il Castelnau, simbolo della città nel suo sviluppo successivo, legato all’alto medioevo e al rinascimento. La città continuò infatti a prosperare per secoli grazie al commercio di una preziosa pianta, il guado, da cui si estraeva un pigmento blu, da sempre considerato uno dei più rari e preziosi perché raro in natura. Il borgo Saint-Salvi, a forma di anello, circonda la collegiata e il chiostro di Saint-Salvi, un altro grande complesso costruito dalla fine dell’XI secolo, incontrando una combinazione di architettura romanica e gotica. Le Combes e le sponde del Tarn, compreso il Pont-vieux, costruito intorno al 1030-1040, sono il fulcro della prosperità commerciale nel Medioevo.
Esplorare i vicoli, imbattersi in giardini nascosti, scalinate, fontane, in ogni suo rione il centro storico è intriso di storia ma anche di vita al presente: addentrarsi al mercato coperto o esplorare le rive del Tarn vi regalerà esperienze indimenticabili.
Cattedrale di Santa Cecilia
La cattedrale in mattoni più grande del mondo sembra da fuori un castello fortificato. L’interno è denso di dipinti, statue e sculture, e ospita la più grande collezione di dipinti italiani realizzati in Francia nel primo Rinascimento. Se la facciata dalle proporzioni mastodontiche e il suo colore indimenticabile colpiscono dall’esterno, l’interno vi affascinerà con il blu intenso delle volte e con le sue pareti interamente dipinte: oltre 18 mila metri quadri, un altro record che non si trova altrove in Europa.
Palazzo Berbie e il Museo Toulouse-Lautrec
Il Palazzo de la Berbie, costruito nel XIII secolo su un sito naturalmente fortificato affacciato sul Tarn, è uno dei più antichi e meglio conservati palazzi episcopali di Francia. Inizialmente fortificazione militare a difesa del potere vescovile, fu successivamente trasformato in residenza dai vescovi di Albi. Oggi ospita il museo Toulouse-Lautrec, che raccoglie la più grande collezione al mondo dell’artista nato ad Albi nel 1864: in un viaggio tra oltre 1000 opere tra dipinti, disegni, manifesti e litografie, il percorso museale accompagna il visitatore dentro il mondo e la carriera del pittore, dagli esordi familiari fino agli ambienti vivaci e decadenti della Parigi di fin de siècle, tra bordelli, cabaret e circhi. L’artista, segnato da una malattia genetica che ne compromise la crescita, visse povero e piuttosto emarginato, ma ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte moderna. Il palazzo, con i suoi giardini e la vista panoramica, offre un quadro spettacolare all’interno del quale scoprirne la storia.
La collegiata di Saint-Salvi e il chiostro dove riposare e meditare
I due monumenti principali non sono le uniche costruzioni imponenti di questa città: anche la collegiata di Saint Salvi, dedicata al primo vescovo di Albi, è una delle più grandi chiese romaniche che possiamo trovare in quest’area. Ai mattoni si alternano le pietre, a testimonianza del cambio di materiali da costruzione avvenuto nel passaggio alla fine del medioevo, nel XIII secolo, con un parallelo cambio di stile, dal romanico al gotico. Da non perdere il suo meraviglioso chiostro, costruito nel 1270: una piccola oasi di pace dove regna il silenzio. Al centro del chiostro si coltivavano erbe aromatiche e medicinali, a disposizione dei visitatori.
Il Pont-Vieux d’Albi, uno pochi ponti di origine medievale ancora in uso
Collegando le due sponde del Tarn, il Pont-vieux è un elemento fondamentale del patrimonio di Albi, anch’esso rientrante tra i monumenti UNESCO. Il ponte rappresentava un punto di passaggio obbligato nei commerci di prodotti alimentari, materie prime per concerie e industria tessile. Infatti, nel XII secolo, Albi era un importante crocevia sulle rotte tra il Mediterraneo e l’Oceano, dai Paesi Baschi e da Tolosa a Lione, così come dalla Catalogna a Parigi. Il ponte permetteva così di riscuotere i pedaggi per l’ingresso in città.
La natura incontaminata delle rive del Tarn, come esplorare il fiume e le sue sponde con una fantastica vista sulla città
Albi è attraversata dal fiume Tarn, che nasce dal Mont Lozère e attraversa paesaggi spettacolari, fino a sfociare nella Garonna. Le sue rive offrono viste suggestive sulla città episcopale e sul Ponte Vecchio, e rappresentano un’oasi di tranquillità facilmente esplorabile a piedi o in bicicletta. Il percorso più celebre è l’Échappée Verte, un sentiero di 4 km immerso nella natura, diviso in tre sezioni: il Sentier des Berges, ideale per comprendere il legame tra città e fiume; il Sentier Sauvage, accessibile solo d’estate e adatto a camminatori esperti; e il Sentier de la Mouline, perfetto per famiglie e ciclisti. Durante l’estate, si possono raccogliere frutti locali lungo il tragitto. Volete percorrere il fiume con un’esperienza affascinante che vi riconnetterà alla storia? Prendete la gabarra, una barca tradizionale che permette di osservare mulini, banchine e monumenti da una prospettiva unica sul fiume. Per la vista più iconica della città, basta recarsi al ponte del 22 agosto 1944.
Le Bastide Albigesi, non perdetevi nei dintorni la “piccola Toscana” della valle del Tarn
Impossibile perdersi un giro in questa regione: da Albi potete partire per un tour nel Pays des Bastides, alla scoperta dei suggestivi villaggi fortificati del XIII secolo, in un percorso circolare di circa 150 km tra le colline del Tarn. Un itinerario che attraversa paesaggi simili alla Toscana, tra borghi medievali, vallate verdi e architetture autentiche. Una tappa imperdibile è Cordes-sur-Ciel, incantevole città medievale eletta “villaggio preferito dai francesi” nel 2014 e celebrata anche dallo scrittore Albert Camus. Con le sue stradine lastricate, i panorami mozzafiato e oltre 800 anni di storia, Cordes-sur-Ciel è una vera perla del Tarn. Prima di ripartire, non dimenticate di assaggiare le famose croccanti Cordes, dolce tipico del borgo. Un viaggio affascinante tra natura, cultura e sapori locali, perfetto per scoprire l’anima autentica della regione di Albi.