Nel cuore dell’Alta Murgia, dove il cielo sembra toccare la pietra e l’orizzonte si apre sconfinato, sorge Minervino Murge, il borgo che tutti chiamano “Balcone delle Puglie”. Questo luogo è un mosaico di storia, cultura e natura, un intreccio di viuzze lastricate che si arrampicano tra case in pietra bianca e scorci che lasciano senza fiato. Visitare Minervino Murge significa fare un tuffo nel passato e riscoprire il piacere di un turismo lento, quello che invita a fermarsi, ad ascoltare i rumori del vento e ad ammirare la luce che cambia sulle facciate al tramonto. È la meta ideale per chi cerca un fine settimana lontano dal caos, un rifugio dove il tempo sembra essersi fermato.
Minervino Murge: un po’ di storia
Fondata, secondo alcuni indizi archeologici, già in epoca sannita, Minervino Murge conserva tracce di vasta antichità: resti megalitici, una cinta muraria di età medievale, lo splendido Castello Della Marra, fortezza angioina che domina il borgo dall’alto, scrutando vallate, campi e la lontana Murge. Visitare il castello significa respirare l’atmosfera di epoche di confine, di dominazioni che si succedono: da Svevi ad Angioini, da Aragonesi a Borbone, ogni pietra ha visto passare eterne stagioni.
Cosa vedere a Minervino Murge
Al centro dell’abitato, il Palazzo Baronale domina con austera solennità. Le sue origini longobarde vengono rese palpabili dalla struttura massiccia, mentre la trasformazione normanna ha ampliato la sua funzione difensiva; infine, la facciata neoclassica conferisce equilibrio e raffinatezza, un contrasto affascinante tra storia e armonia estetica. Non lontano, il Castello – oggi Municipio – conserva nel nucleo XI secolo gli echi della sua vocazione militare. Le sue sale, i torrioni e i camminamenti raccontano domande di potere e protezione. Camminare qui significa sentirsi parte di una storia stratificata: tra torri, mura e archi, il borgo suggerisce una narrazione in cui arte, potere e senso del territorio si fondono.
Nel centro storico di Minervino, specie nella Sesciola, il borgo medievale si mostra in tutta la sua autenticità: case di pietra levigata, archi eleganti che collegano facciate e vicoli, scorci che sembrano dipinti. Qui si affacciano chiese di epoche diverse: la Cattedrale normanna, antica sede vescovile per secoli, conserva una sacralità antica; la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, nel cuore della Scesciola, testimonia la devozione popolare; la Chiesa del Purgatorio, voluta nel XV secolo dal principe locale, aggiunge orgoglio civico; e la piccola Chiesa di San Michele, con la sua pianta ottagonale, richiama inevitabilmente Castel del Monte, richiamando la matrice federiciana. La storia religiosa del borgo si intreccia con quella civile. Tutt’intorno, il paesaggio collinare è parte del grande parco naturale: ampie faggete, specie rare di flora e fauna, e i tratturi – antiche vie di transumanza – che ancora oggi segnano i pascoli e i cammini. Percorrerli a piedi o a cavallo significa leggere una geografia che è anche traccia umana, rituale e culturale.
Il faro di Minervino e il suo panorama mozzafiato
Monumento dei tempi recenti, il Faro di Minervino Murge – eretto nel 1932 – emerge come una lanterna simbolica, figlia del Ventennio, pensata per unire memoria e paesaggio: è dedicato al ricordo dei caduti e all’identità fascista di quegli anni. Ma oggi offre molto più: dalla sua loggetta si apre uno dei panorami più intensi del Sud Italia. In una giornata limpida la vista corre dal massiccio del Vulture – con i suoi fianchi morbidi e boscosi – fino alle ondulazioni azzurre del Gargano, passando per vaste campagne e un cielo ampio. È il luogo perfetto per restare in silenzio, sorseggiare l’aria, e comprendere quanto la collina pugliese sia una piattaforma naturale verso l’infinito.
Le sue chiese rupestri
A pochi passi dal borgo, tra pareti rocciose e silenzi sospesi, si trovano tre chiese rupestri di rara bellezza. La Grotta di San Michele è un luogo micaelico autentico, dove la leggenda incontra la spiritualità, tra l’eco del vento e la freschezza del buio. La Chiesetta della Madonna della Croce, in passato forse lazzaretto, sprigiona un’aura di protezione e accoglienza: chi entrava qui cercava conforto. Infine, la Grotta Santuario della Madonna del Sabato – oggi restaurata – continua ad accogliere pellegrini con la sua atmosfera intima e carica di fede. Questi siti raccontano la devozione non solo come rito, ma come esperienza sensoriale e comunitaria, sospesa tra rocce e spiritualità.