Anche quest’anno Giulia Salemi non poteva di certo non fare la sua comparsa sul red carpet del Festival di Cannes. Ma se negli anni scorsi ha incantato con la sua bellezza ed eleganza, per Cannes 2025 ha deciso di fare un passo in più, ancora più significativo, conquistando tutti, non solo con la sua grazia, ma lanciando un messaggio sulla forza e resistenza delle donne.
Cannes 2025, Giulia Salemi sul red carpet con un abito di una designer iraniana
Giulia Salemi è arrivata a Cannes 2025 stupendo tutti con un abito bustier di una designer iraniana Sara Behbud con gonna in cadì di seta nera e bustino impreziosito da un motivo ispirato al tappeto persiano Afshan. A completare il look un ‘velo’ (fa parte della gonna) che le avvolge delicatamente il capo. L’abito scelto dalla conduttrice è un vero e proprio inno alle sue origini iraniane e porta con sé un messaggio significativo sulla forza e sulla resistenza delle donne. La designer, nel realizzarlo, si è infatti ispirata al movimento internazionale Donne Vita Libertà, nato in seguito all’uccisione in Iran di Mahsa Amini. L’abito è stato confezionato nella sartoria coordinata da Samanthakhan Tihsler del Centro Milano Donna del Municipio 9, che è diventato un vero e proprio punto di riferimento per le donne vittime di violenza.
Un abito “come strumento per raccontare storie, identità e battaglie”
Giulia Salemi ha poi completato il tutto con un trucco elegante e raffinato con focus sugli occhi e labbra nude e con un raccolto semplice ma d’effetto che richiama la bellezza e l’eleganza dell’intero look. La conduttrice, nel presentare il suo abito sui social, ha così scritto: “Oggi ho scelto di essere presente al Festival di Cannes con un abito speciale, che porta con sé dei valori per me molto importanti e che è in grado di raccontare anche le mie radici. Questo capo è una creazione originale ispirata alla cultura persiana e sono molto orgogliosa di raccontare la forza e il coraggio delle donne del mio Paese d’origine. Credo profondamente che la moda, se usata con consapevolezza, possa trasformarsi in uno strumento potente per raccontare storie, identità e battaglie importanti“.