I brand da tenere d’occhio visti alla New York Fashion Week

Marilina Curci
  • Fashion Editor
  • Esperta in Content Management
17/02/2024

L’ultima edizione della New York Fashion Week, andata in scena dal 9 al 14 febbraio, si è rivelata palcoscenico di spicco per la creatività emergente, portando in passerella una serie di nuovi e formidabili talenti. Ecco i nomi da conoscere e tenere d’occhio.

I brand da tenere d’occhio visti alla New York Fashion Week

Il fashion month è appena iniziato. Prima tappa – come di consueto – New York. La settimana della moda statunitense ha dato il via agli show dedicati alla prossima stagione fredda, portando in passerella brand noti – da Tommy Hilfiger a Tory Burch, passando per Carolina Herrera, Michael Kors e il nuovo Helmut Lang diretto da Peter Do – ma anche talenti emergenti dall’indiscusso spirito creativo.

New York Fashion Week: i nuovi brand da tenere d’occhio

Con oltre 70 marchi in calendario la kermesse – dopo alcune stagioni un po’ sottotono – è tornata a catturare l’attenzione dei media e del pubblico. L’edizione appena conclusasi ha visto al centro una serie di nomi particolarmente interessanti, diventando palcoscenico della creatività emergente. Dal lusso versatile di Aknvas alle silhouette scultura di Melitta Baumeister, dal nuovo business attire firmato da Jane Wade all’eleganza non convenzionale di Diotima, fino al classico rivisitato in chiave contemporanea di Câllas, ecco i protagonisti più interessanti di questa New York Fashion Week.

Diotima

 

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Fin dalla sua fondazione nel 2021, il brand Diotima della designer Rachel Scott si è contraddistinto per un focus ben preciso: il connubio tra sartoria impeccabile e artigianalità, con particolare attenzione all’arte del crochet. Orientato al futuro ma fortemente radicato nella storia e nell’esperienza personale dell’ideatrice – profondamente legata alla sua terra nativa, la Giamaica – il marchio s’impegna a sostenere le comunità artigianali dell’isola caraibica. «L’idea è quella di estendere anche il concetto di sostenibilità, andando oltre la sola scelta dei materiali. – ha spiegato la designer – Essere sostenibili significa produrre evitando lo sfruttamento e sostenere le comunità del Sud del mondo, spesso in prima linea contro gli effetti del cambiamento climatico».

Aknvas

 

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Fondato nel 2019 dal danese Christian Juul Nielsen, Aknavas si concentra su un’idea di abbigliamento estremamente curato, ben progettato e innovativo, rivolto a donne e uomini esigenti e dinamici. Il risultato è un mix di tessuti maschili con linee pulite e forme semplici ma d’impatto. L’ispirazione «viene in gran parte dalle donne che conosco e amo – ha dichiarato il designer nel corso di un’intervista alla stampa statunitense – che vedo impegnate a costruire le loro carriere. Donne che ora hanno lavori che esigono un certo dress code, ma che vogliono esprimere la loro personalità attraverso la moda, perché è grazie alla propria attitudine che sono arrivate dove sono». Nel guardaroba di Aknavas trovano spazio capi versatili, che «possono essere combinati facilmente e indossati sia di giorno che di sera».

Câllas

 

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Sotto la nuova direzione creativa di Derek Lam, Câllas ha portato in passerella una collezione lussuosa e timeless, infusa di praticità. Il marchio nato dalle menti imprenditoriali di Marco Panzeri e Jan-Hendrik Schlottmann offre una prospettiva ben precisa su cosa la moda di lusso possa e debba essere oggi. Un concetto che si traduce in abiti perfetti «da indossare con ballerine, tacchi o stivali e che funzionano praticamente da gennaio a dicembre», emblematici foulard di seta e capispalla adatti a qualsiasi circostanza. «Ogni nuova collezione arricchisce e completa un guardaroba esistente attraverso una serie di capi che non rendono obsoleti gli stili precedenti, ma piuttosto li valorizzano».

Jane Wade

 

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Basata a New York, la label Jane Wade fondata dall’omonima stilista ha come intento quello di colmare il divario tra abbigliamento da lavoro e abbigliamento quotidiano. Attraverso una lente nuova, il marchio adotta un approccio giocoso ma ponderato al lusso per dar forma a indumenti multifunzionali, che si adattano all’attitudine di chi li indossa. «Questo progetto è una grande riflessione su chi sono e sul mio percorso. Studio i vestiti da una prospettiva modulare. Cerco di guardare ai capi da un punto di vista senza genere», ha spiegato lei stessa. Così abiti casual dal piglio tecnico si alternano a matching set a tinte neutre, completi eleganti cedono il passo a capispalla trasformabili, materiali e proporzioni diventano veicoli di “ibridazione”.

Melitta Baumeister

 

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Attraverso l’esagerazione dei volumi e la manipolazione delle silhouette, Melitta Baumeister si avventura in un territorio dove moda e scultura si fondono in un connubio affascinante. Vincitrice del CFDA/Vogue Fashion Fund 2023, la designer tedesca vuole sfidare con le sue creazioni la costruzione tessile, senza mai perdere il contatto con gli archetipi del vestire. Un approccio innovativo che ha reso il suo marchio un punto di riferimento per chi è alla ricerca qualcosa di più che semplici capi di abbigliamento.