Anche la Calabria ha il suo Borgo Fantasma: un paesino completamente abbandonato nel cuore dell’Aspromonte

Serena Basciani
  • Giornalista e Content Editor
  • Esperta in Personal Branding
08/04/2024

Un borgo fantasma vero che ancora riesce ad incantare con la sua bellezza nonostante sia completamente abbandonato? Ecco dove trovarlo e come mai ancora oggi risulta essere totalmente deserto...

Anche la Calabria ha il suo Borgo Fantasma: un paesino completamente abbandonato nel cuore dell’Aspromonte

Oggi andiamo nel cuore della Calabria dove la catena montuosa selvaggia e suggestiva dell’Aspromonte rappresenta uno dei punti più belli del nostro paese. Questa regione montuosa si scopre suggestive anche grazie alla sua posizione, strategica e panoramica. Un luogo perfetto per godere del mare, oltre che del fascino della montagna. Siamo tra i mari Ionio e Tirreno, questi luoghi sono un tesoro da scoprire tra le ricchezze del nostro BelPaese, ricco di biodiversità, paesaggi mozzafiato e una cultura ricca di storia e autenticità. E proprio qui si fa spazio quello che in tutta Italia è conosciuto come il borgo fantasma, un paesino completamente abbandonato che ancora oggi, senza più neppure un cittadino a passeggiare tra le sue strade, riesce a stregare con la sua bellezza!

Il tesoro dell’Aspromonte e dei suoi luoghi da scoprire…

L’Aspromonte si estende su una superficie di oltre 2.000 chilometri  arriva a toccare oltre 2.000 metri di altitudine. La catena montuosa è caratterizzata da pendii , gole profonde, boschi e valli fertili, che creano un ambiente unico e suggestivo ideale per gli amanti della natura e dell’avventura. Una delle caratteristiche distintive dell’Aspromonte è la sua straordinaria biodiversità. Questa regione ospita una vasta gamma di specie vegetali e animali, molte delle quali davvero rare. Tra le foreste di faggi, le querce secolari e i boschi di castagni, è possibile incontrare lupi, cinghiali, aquile e falchi, rendendo questo luogo un vero paradiso per gli appassionati di escursionismo e avventura. Ma questa è anche una terra ricca di storia e cultura. Le sue valli e i suoi villaggi conservano antiche tradizioni e una forte identità culturale che si riflette nelle feste, nelle ritualità, anche religiose e nei prodotti artigianali locali.

Il Parco Nazionale dell’Aspromonte

Una delle tappe più suggestive dell’Aspromonte è il Parco Nazionale dell’Aspromonte, istituito nel 1989 per proteggere e valorizzare il patrimonio naturale e culturale della regione. Qui potrete godere di una rete di sentieri escursionistici che permettono ai visitatori di esplorare realtà come le Cascate del Marmarico, la vetta del monte Pollino e le suggestive gole del Raganello. L’Aspromonte è ricco di siti storici e archeologici che testimoniano la presenza umana nella regione fin dall’antichità. Tra le testimonianze più significative vi sono i resti di antichi insediamenti greci e romani, le chiese bizantine e i castelli medievali che punteggiano il paesaggio offrendo a chi visita questi posti un’occasione unica per immergersi nel passato della Calabria.

Roghudi Vecchio, il borgo fantasma dell’Aspromonte

 

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Dopo aver curato questa lunga introduzione sulla zona nella quale andremo oggi, è arrivato il momento di andare a scoprire questo paese disabitato che riesce ancora ad incantare con la sua bellezza. Avete mai sentito parlare di Roghudi Vecchio? Si tratta di un antico borgo abbandonato che rappresenta un simbolo di resilienza e di storia secolare. Questo piccolo paese, situato in un ambiente selvaggio e suggestivo, ha una storia ricca e complessa che racconta di tradizioni antiche, di sacrifici e di un legame profondo con la terra.

Roghudi Vecchio, le origini e il borgo disabitato di oggi

Le origini di Roghudi Vecchio risalgono a tempi antichi, quando la popolazione della zona si stabilì sulle pendici delle montagne. Nel corso dei secoli, il paese crebbe e prosperò grazie all’agricoltura, alla pastorizia e all’artigianato locale. Purtroppo però, nel corso del XX secolo, Roghudi Vecchio iniziò a subire un graduale abbandono a causa dell’emigrazione verso le città più grandi e la mancanza di opportunità economiche. Ma fu nel 1971 che questo paese venne definitivamente abbandonato, tutto in una volta, ed non per libera scelta di chi voleva cecare fortuna altrove. Per due giorni interi, nel mese di Febbraio di quell’anno, infatti, a Roghudi cadde la quantità di acqua che normalmente poteva abbattersi sul paese in una intera settimana. Le istituzioni, quindi, a tutela della sicurezza dei cittadini, furono costrette a chiedere lo sgombero del posto. Ciò portò alla progressiva desertificazione del borgo, con la maggior parte delle case e strutture che furono abbandonate e lasciate al degrado del tempo. Quel che resta oggi di questi luoghi è il racconto di chi da qui è andato a vivere nei paesi vicini. Restano inoltre le immagini delle case abbandonate, alcune che portano ancora i ricordi degli ultimi istanti di vita vissuta, e le suggestive panoramiche che lasciano vedere il paese dall’alto, perdersi e ritrovarsi all’interno del meraviglioso panorama circostante.