Nel cuore della Basilicata in provincia di Potenza, si trova un bellissimo borgo dalla storia millenaria, ufficialmente inserito nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia. Circondato dalla bellezza incontaminata e verdeggiante dell’Appennino Lucano, questo borgo è famoso per essere la città natale del poeta latino Orazio, una delle personalità illustri più celebri di sempre. Qui arte, cultura e storia si fondono in un tutt’uno, dando vita ad un luogo molto suggestivo del quale è impossibile non innamorarsi.
Questo borgo della Basilicata è una chicca tutta da scoprire: ecco le attrazioni da non perdere…
Stiamo parlando del bellissimo borgo di Venosa, situato nell’area del Vulture Melfese, a pochi chilometri dal confine con la Puglia. Le origini dell’insediamento risalgono al Neolitico, ma fu durante l’epoca romana che la città conobbe un grande sviluppo, diventando un vero e proprio punto nevralgico per il commercio grazie alla sua posizione strategica lungo la via Appia. Passeggiare tra le stradine di questo borgo vuol dire fare un tuffo nel passato, immergersi nella sua storia, ripercorrere le orme del poeta Orazio e visitare le attrazioni antiche che, nonostante lo scorrere degli anni, continuano ad affascinare e ammaliare. Ma quali sono le tappe imperdibili per andare alla scoperta di questo suggestivo borgo? Scopriamole insieme…
La Casa di Orazio, celebre poeta
La prima attrazione imperdibile è proprio la Casa di Orazio, dove più di duemila anni fa nacque il celebre poeta latino. Questo sito, risalente al I secolo d. C., fa parte di un’antica casa patrizia ed è composto da diversi ambienti termali, tra cui un calidarium, una stanza rotonda destinata ai bagni nell’acqua calda e infine una stanza adiacente dalla forma rettangolare. Sia l’interno che l’esterno presentano i tratti tipici dell’architettura romana, compresa la facciata esterna, ricoperta di mattoni. Visitare questo luogo è un’esperienza indimenticabile!
Il Parco archeologico di Venosa, esempio della cultura romana
Altrettanto suggestivo il parco archeologico di Venosa, che consente ai visitatori di fare un viaggio nel passato del borgo. Passeggiando all’interno del parco, vi imbatterete nei resti dell’antica città romana di Venusia, perfettamente conservati nonostante la loro origine risalente al 300 a.C. Qui potrete ammirare gli edifici di epoca romana, come l’impianto termale, l’anfiteatro di forma ellittica, le catacombe e le diverse domus romane arricchite da splendidi affreschi. Da non perdere poi l’area di Notarchirico, scoperta nel 1900 dove è possibile ammirare reperti e resti animali risalenti all’era paleolitica.
L’Anfiteatro romano, emblema dell’importante passato del borgo
Se siete a Venosa, dovete assolutamente visitare il bellissimo Anfiteatro romano, un importante simbolo dell’architettura romana presente in questa zona. Costruito in epoca repubblicana tra il I e il II secolo d.C., questa struttura era il centro della vita sociale del borgo in epoca romana, non a caso poteva ospitare fino a 10.000 spettatori. Con il passare degli anni, l’anfiteatro fu gradualmente smantellato e i suoi elementi, ancora oggi visibili tra le vie della città, furono riutilizzati per valorizzare e rinnovare l’ambiente urbano.
Il Complesso della Santissima Trinità, monumento nazionale
Un’altra tappa fissa a Venosa è il Complesso della Santissima Trinità, dichiarato dal 1897 monumento nazionale. Situato all’estremità della città moderna e costruito per la prima volta in epoca romana (sebbene ci furono diversi interventi di ristrutturazione nel corso dei secoli successivi). questo complesso è diviso in tre parti: la chiesa antica, la chiesa incompiuta e il battistero. La chiesa antica, realizzata nel V secolo, presumibilmente sorge sui resti di un antico edificio paleocristiano a sua volta realizzato sulle rovine di un tempio pagano. All’interno è possibile ammirare ancora diversi affreschi del XIV e XVII secolo, nonché alcune tombe di personaggi illustri di quegli anni. La Chiesa incompiuta invece, fu avviata dai monaci benedettini con l’intento di costruire un luogo di culto più ampio per ospitare l’intera comunità di fedeli. Tuttavia, il progetto non fu mai completato a causa della crisi che colpì l’ordine benedettino proprio durante l’avvio dei lavori di ampliamento. Di fronte all’ingresso si possono osservare i resti di un ampio muro, unico elemento sopravvissuto del Battistero, che originariamente avrebbe dovuto accogliere due vasche per il battesimo.
Il castello Aragonese, di origini antichissime
E per concludere, il Castello Aragonese, un altro importante simbolo del borgo. Costruito nel lontano XV secolo per volere del duca Pirro del Balzo durante il dominio della dinastia di Aragona, questo castello nel corso del tempo subì diverse modifiche a seconda della funzione che ricopriva in quel momento. Inizialmente, il castello fu edificato come struttura militare, con una pianta a forma quadrata, con quattro torri agli angoli e una robusta cinta muraria. Durante il Seicento, fu trasformato in residenza della famiglia Gesualdo ma, in seguito a un lungo periodo di abbandono, fu restaurato dalla famiglia Caracciolo, apportando diverse modifiche tra cui l’aggiunta del loggiato al piano nobile.