L’Abruzzo, celebre per i suoi paesaggi naturali incontaminati che offrono panorami mozzafiato, ospita moltissimi borghi dal fascino senza tempo, delle chicche ricche di attrazioni autentiche che affondano le radici in anni di storia. I borghi dell’Abruzzo, spesso incastonati tra montagne, colline e in alcuni casi abbracciati dal mare, conservano i segni di un’epoca passata, che trovano espressione nelle case in pietra, nei vicoli silenziosi e nelle piazze raccolte. Qui le tradizioni sono ancora vive, il tempo sembra essersi fermato e i ritmi scorrono lenti… tutto è un chiaro rimando al passato!
Questo borgo in Abruzzo è una chicca da visitare almeno una volta nella vita
Tra i borghi più belli da visitare almeno una volta nella vita, spicca Cocullo, situato nell’entroterra abruzzese, tra la Marsica e la Valle Peligna. Grazie alla sua posizione strategica circondato da bellezze naturali incontaminate, Cocullo conserva un’atmosfera autentica, dove natura, storia e folklore si uniscono in un tutt’uno. Percorrere le strette vie sulle quali si affacciano le tipiche case di pietra vuol dire fare un viaggio nel passato, entrare a contatto con la memoria collettiva e scoprire il rapporto tra il sacro e il profano, due mondi opposti che in questo bellissimo borgo si mescolano in modo sorprendente. Ma scendiamo più nei dettagli…
Un borgo tra sacro e profano: ecco quello che c’è da sapere…
Conosciuto come “la città dei serpenti”, per la sua tradizionale Festa dei Serpari che si svolge ogni anno il 1° maggio in onore di San Domenico (protettore contro i morsi di serpente), questo borgo è il perfetto mix tra sacro e profano. In epoca pre-romana, in questa zona si venerava la dea Angizia, capace di controllare il fuoco e i serpenti e celebre per i suoi poteri curativi legati al veleno. Con l’arrivo del cristianesimo, quel culto non scomparve completamente ma si trasformò, integrandosi con la nuova religione. Intorno al X secolo, giunse a Cocullo San Domenico, che lasciò in dono al borgo una reliquia, ovvero un pezzo del ferro della sua mula, divenuto simbolo di protezione contro i morsi degli animali velenosi. Da quel momento, tradizioni pagane e fede cristiana si fusero in un tutt’uno!

Tutte le attrazioni da non perdere, un bellissimo tuffo nel passato
Il modo migliore per scoprire ogni angolo di Cocullo? Fare una lunga passeggiata a piedi. Anche se piccolo, questo borgo è ricco di attrazioni meravigliose, che lo rendono una chicca tutta da scoprire. Nella parte più elevata del paese, dove sorge il Rione San Nicola, si trova il cuore del centro storico che racchiude una delle zone più antiche e meglio conservate. Qui potrete ammirare i pochi resti delle mura medievali e le porte che consentivano l’ingresso alla città, tra cui Porta Ruggeri, Porta Renovata e Porta di Manno. Le prime due attrazioni da non perdere sono la torre medievale e la chiesa di San Nicola. La torre, costruita con blocchi di pietra dai longobardi attorno al XII secolo, è stata poi convertita nel campanile della chiesa di San Nicola.
Quest’ultima, ricavata modificando la pianta di un antico castello, vanta una facciata molto semplice e primitiva mentre il suo intero è diviso in tre navate. Da visitare poi, la Chiesa di Maria delle Grazie, risalente al XIII secolo e costruita dove in precedenza sorgeva un tempio dedicato al dio Giove. La facciata presenta un rosone, un architrave raffigurante l’Agnus Dei e due statue del XVI secolo. Molto suggestivo l’interno, che presenta affreschi di grande pregio originari del Cinquecento e raffiguranti la “Deposizione” la “Crocifissione”. L’ultimo edificio religioso da non perdere è la Chiesa di San Domenico, celebre per la sua grande cupola a tamburo affiancata da un campanile a cuspide piramidale. All’intero della chiesa, si trova la cappella di San Domenico, nella quale è conservata anche una campanella che secondo l’usanza dovrebbe essere tirata dai fedeli con i denti il giorno della festa patronale.
Il Festival dei Serpari, un evento imperdibile
Cocullo è famoso per il Festival dei Serpari, che si tiene ogni anno il 1 maggio e che anima le vie del borgo con le sue rappresentazioni suggestive! Protagonisti di questa ricorrenza i serpari, uomini e donne del luogo che, fin dal 19 marzo, si dedicano alla cattura di serpenti non velenosi nelle campagne circostanti. I rettili, trattati con cura e rispetto, vengono tenuti in sicurezza fino al giorno della festa, quando diventano parte integrante della cerimonia. Il momento più suggestivo è sicuramente la processione di San Domenico: la statua del santo, portata in spalla e avvolta da serpenti vivi, sfila tra le strade del borgo mentre la folla osserva e partecipa con attenzione. A completare il tutto, diverse bancarelle dove è possibile acquistare nastrini, medaglie, anelli da far benedire. Non mancano all’appello amuleti contro le paure!