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A caccia di fantasmi: 5 borghi abbandonati dal fascino unico

A caccia di fantasmi: 5 borghi abbandonati dal fascino unico
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Sono città fantasma: terre abbandonate, città isolate e perdute, dove non c’è più (o quasi) vita. I borghi abbandonati sono più di mille in Italia, e non è semplice stilare una lista dei più affascinanti, perché ciascuno ha una storia da raccontare. Che sia stato un terremoto, che si sia andato spopolando con i cambiamenti…


Sono città fantasma: terre abbandonate, città isolate e perdute, dove non c’è più (o quasi) vita. I borghi abbandonati sono più di mille in Italia, e non è semplice stilare una lista dei più affascinanti, perché ciascuno ha una storia da raccontare. Che sia stato un terremoto, che si sia andato spopolando con i cambiamenti economici e con le esigenze di vita, che si trovino su un tratto di strada arginato da una diga o lontano da una ferrovia… nel tempo il nostro Paese, spesso nell’entroterra di ogni regione popolato da minuscoli centri abitati, ha visto da nord a sud un fenomeno migratorio che ha spostato le persone dai piccoli centri alle grandi città. Se molti di questi paesi ancora oggi esistono, altri sono lì a testimoniare, tra la natura che si infiltra tra le rovine delle case, un’epoca passata e il segno di un tempo poco per volta andato.

I borghi fantasma d’Italia più affascinanti da scoprire

Dai più famosi d’Italia come Craco, un borgo in Basilicata abbandonato dagli anni ’70, e Civita di Bagnoregio, non propriamente privo di abitanti ma segnato dall’erosione della collina su cui sorge e dalla precarietà della strada che lo collega al resto del terreno, a quelli che sono entrati nell’immaginario comune perché set di opere cinematografiche famose o amati dalle celeb che qui scelgono di acquistare casa. Vediamo 6 borghi italiani che sembrano usciti da una favola antica: visitare questi luoghi fantasmatici vi trasporterà in un’altra epoca!

Savogno e i 3000 gradini che lo separano dalla civiltà

Un borgo di montagna in Lombardia, nella provincia di Sondrio, che solo i più hard to die possono provare a visitare. Vi ricordate la scena di Kill Bill in cui la tostissima Uma Thurman si allenava con Pai Mei in Giappone? Ecco, pensatevi come lei a salire i quasi 3000 gradini che serve scalare per raggiungere Savogno. Un’impresa che ripaga con uno scenario magico: il piccolo borgo fantasma di Savogno è circondato da un paesaggio straordinario, a 932 metri di altezza, aggrappato alla montagna a testimonianza dell’antica vita rurale. Un gioiello di origini antichissime, fino al Medioevo, circondato dai monti e dalle acque che scorrono.

Monterano, tra rovine e cinema

Posta su un’altura di tufo incastonata tra le gole a cavallo tra i Monti della Tolfa e i Monti Sabatini, Monterano ha vissuto un’epoca di splendore, in epoca medievale, come uno dei feudi più importanti, dove si sono alternate nobili famiglie come Anguillara, Orsini e Altieri. Papa Clemente X arricchì Monterano di numerose opere architettoniche e scultoree del giovane Bernini. Poi il borgo iniziò ad andare in decadenza: malaria, saccheggi da parte delle truppe napoleoniche e varie vicissitudini ne hanno segnato la storia. Oggi a comandare è la fitta vegetazione, che s’insinua tra le rovine. E restano le tracce di un passato più recente: potremmo riconoscere qui le ambientazioni di film kolossal come Ben Hur o i più prosaicamente nostrani, ma divertentissimi, come Il Marchese del Grillo, che qui ambientò alcune scene.

Pentedattilo, le 5 dita della montagna

Pentedattilo sorge arroccato sulla rupe del Monte Calvario, in Calabria, sotto una roccia dalla caratteristica forma che ricorda quella di una ciclopica mano con cinque dita, e da cui deriva il nome (cinque dita, in greco). Sfortunatamente alcune parti della montagna sono crollate e qualche “dito” non c’è più, ma resta il fascino e il mistero di uno dei centri più caratteristici dell’Area Grecanica. Un paese antico abbandonato per via della migrazione della popolazione nella piu sicura vallata sottostante. Resta un piccolo borgo che ancora conserva la storia del passato e custodisce gelosamente i suoi ricordi, per quanto si inizi negli ultimi anni a recuperare e valorizzare le attività turistiche e la sua storia per rianimarlo. Piccole botteghe, un ristorante, e una parziale opera di ristrutturazione consente oggi di vedere il ritorno della vita di un tempo.

Consonno, il paese dei Balocchi… che non è mai nato

Un piccolo borgo in provincia di Lecco su cui l’investimento iniziale era ambizioso: sarebbe dovuta essere la “Las Vegas” della Brianza, ma una frana a devastato il paese mentre era in costruzione. Sembra quasi lo scenario di una guerra, e di notte ancora viene popolato, non da fantasmi o zombie ma da chi organizza feste semi clandestine e rave. Ma ancora vive, anzi risorge nelle notti, quando vengono organizzate feste, rave, evasioni clandestine. Se fosse rimasto il piccolo borgo agricolo che era un tempo, prima del sogno distrutto dell’imprenditore Bagno, negli anni ’60, magari la natura l’avrebbe risparmiato.

Civita di Bagnoregio, il paese che scompare

E’ forse l’emblema delle città fantasma, tra le più famose e conosciuta anche all’estero. Posto su una collina di tufo che potrebbe franare a causa dell’erosione del vento e della pioggia, è il paese in provincia di Viterbo che tutti conoscono come la città che muore. Nel frattempo, migliaia di visitatori l’anno fanno la fila per raggiungerlo attraverso il ponte pedonale, unica via d’accesso, che rappresenta il debole e precario filo di collegamento di Civita col resto del mondo. Ovvio che ispiri poesia e fascino, e che tutti vogliano vederlo almeno una volta nella vita.

Craco

Anche Craco, in Basilicata, vanta il suo set cinematografico: è qui che Mel Gibson ha girato numerose scene del film La passione di Cristo. Qui oggi resta il silenzio, dopo che una violentissima frana, nel 1963, lo colpì. Nessuno ha saputo ricostruirlo e proteggerlo: i lavori di contenimento non hanno retto e hanno provocato cedimenti continui fino a che, circa 10 anni dopo, la popolazione si trasferì a valle, in un nuovo abitato (Peschiera). Da allora Craco ha vissuto una parabola incredibile: ad una iniziale fase difficile, fatta di vandalismi e saccheggi che sembravano aver ridotto quel luogo antico all’oblio della propria storia e della propria identità, è seguita una “storia nuova”, che ha riacceso i riflettori sulla unicità di questo luogo, avvolto da un silenzio surreale che si riverbera nella suggestione degli assolati calanchi. Oggi “Craco Vecchia” si offre come un paese sospeso nel tempo, dove ancora si percepisce il ruolo che questa comunità, nei secoli passati, ha avuto per la regione, soprattutto nel Medioevo, quando era una città signorile e una roccaforte di difesa.