Multiculturalismo ed eccentricità: lo stile di Stella Jean
La scalinata di Palazzo Arengario è per la prima volta vuota. Delle orde di blogger e ‘poser’ che solitamente si avvicendano per l’accesso alla sfilata non si vede neanche l’ombra, complice Burian e il suo vento gelido. La Sala delle Cariatidi è infatti già gremita di gente, infreddolita, in attesa di conoscere la nuova collezione di Stella Jean per l’autunno inverno 2018-2019. Multiculturalismo, eccentricità, colori: come sempre quello della stilista italo-haitiana è un runway emozionante ed emozionale, che trae questa volta ispirazione dai Giochi della XI Olimpiade di Berlino del 1936 e vuole celebrare l’amicizia tra l’atleta tedesco Luz Long e quello afroamericano Jesse Owens.
Il perfetto mix tra discipline olimpiche e futurismo si intravede perfettamente nella collezione per la stagione fredda autunno inverno 2018-2019: Stella Jean infatti disegna abiti, pantaloni, capi spalla con stampe e dipinti colorati che si ispirano alla tecnica della cronofotografia e che prendono spunto da sport come la corsa, il salto in lungo, il ciclismo, la scherma, il nuoto, il canottaggio, i tuffi. Cromie inusuali, dettagli ripresi da uniformi di gara e stampe futuriste si avvicendano in perfetta armonia sugli outfit in passerella.
I tagli dell’alta sartoria si riconoscono tranquillamente nei pantaloni stile anni ’30,nelle gonne lunghe e i capi spalla in pied-de-poule, nei quali ritroviamo ricami e dettagli che ricordano le corsie di gara con le numerazioni dei blocchi di partenza. La pettorina di Jesse Owens è un tema ricorrente in tantissimi capi: dalle maglie in lana mohair alle pellicce, alle casacche in tessuto tecnico.
La donna Stella Jean è dunque una donna sportiva, pratica e lungimirante. Una donna moderna, sempre in corsa contro il tempo e sempre con lo sguardo in avanti, pronta ad accogliere nuove sfide. Allo stesso tempo è una donna che apprezza la qualità del suo tempo e il legame con ciò che la circonda. Questa vicinanza al territorio la si vede in particolare con l’attenzione della stilista verso la cooperazione allo sviluppo e promozione/sostentamento delle piccole realtà: proprio per questo motivo gli accessori in passerella, le clutch in papier machè e i bracciali in fer forgè sono stati realizzati con materiali di riciclo e dipinti a mano ad Haiti, così come il kente, tessuto composto da filature in lino, seta e cotone, realizzato a mano con un telaio in legno, che è stato creato dagli artigiani locali del Ghana. Attraverso i disegni dal simbolismo animale e i colori accesi, la storia di questo Paese viene custodita ed esaltata grazie a forme espressive che mettono in mostra la preziosità artiginale di un grande popolo.
Impossibile non notare in passerella anche il modello di sneakers create da Stella Jean e Philippe Model Paris, le Tropez pata-pata-sneakers, in edizione limitata, lanciate con la formula ‘see now by now’, ovvero subito disponibili online e in negozio appena terminata la sfilata: queste scarpe sono realizzate in pelle e rivestite in raffia e supportano l’associazione Servizio Volontariato Internazionale per promuovere il lavoro negli slum urbani di alcune città del Kenya.
Una collezione originale e bella e che soprattutto fa del bene, in un’ottica di restituzione “Agire localmente e pensare globalmente”. Un po’ come dovrebbero far tutti gli stilisti e probabilmente anche noi nella vita di tutti i giorni.