Louis Vuitton – Ladies of the Night: il film con le modelle prostitute che fa discutere
Un cortometraggio firmato dal regista James Lima per The Love Magazine, con protagoniste Cara Delevingne, Georgia Jagger e Saskia de Brauw. E gli abiti Louis Vuitton. Fin qui nulla di strano, solo grandi nomi. Ma il corto in questione ha provocato le ire di non poche femministe. E sta facendo parlare. E vi basterà guardarlo per capire il perchè: le modelle, le prostitute, le donne di Marc Jacobs, la femmina. Tutte in un’unica rappresentazione.
Tacchi, pellicce, corpi nudi, la notte, lampioni che sfumano l’aria, labbra socchiuse, pose ammiccanti, sospiri, musica tenue e crescente.
Macchinoni, sportelli (posteriori) che si aprono e si richiudono, schiene nude, gambe bianche, seta. Sguardi languidi.
Porte, portoni. Viette. Vestiti che si sollevano, pizzi che si spostano.
E poi il back stage della sfilata. In bianco e nero. A distaccarsi dal resto del video, con i rumori da dietro le quinte. Le top pronte ad andare in scena. Marc Jacobs. La passerella. Come una via, una vecchia stradina. Le porte, ancora, che si aprono e che si chiudono.
Tutto ad un fiato, tre minuti sospesi. Che ammiccano: la modella prostituta fa subito rima con la donna prostituta. E provoca clamore, perchè associare il mondo della moda a quello della prostituzione fa male, se detto apertamente.
Louis Vuitton, che abbiamo interpellato, non rilascia dichiarazioni, se non sottolineare che il video è stato commissionato dalla rivista, e non da loro.
Gli abiti sono quelli dell’ultima meravigliosa collezione per l’autunno/inverno 2013-2014. E la faccia, oltre alla creatività, è quella di Marc Jacobs. Che lui sia del tutto estraneo o addirittura contrario a questo corto sinceramente non ci sembra del tutto plausibile. Tuttavia solo una cosa vogliamo dire: il corto è bello. E’ affascinante. Non è affatto volgare. Ammicca, anzi, va bene, fa esplicitamente riferimento alla prostituzione. Ma da donne non ci sentiamo offese. Non è certo un video di questo tipo che può offendere la dignità della donna. E’ una rappresentazione, è un prodotto editoriale. Un’espressione artistica. E come tale la viviamo in Redazione. E l’arte si sa, a volte fa discutere. E perchè, no riflettere.