E’ morto Karl Lagerfeld: addio al genio della moda che ha dato forma e colore ai sogni
Si è spento ad 85 anni il genio creativo di Karl Lagerfeld, un mostro sacro della moda mondiale. Moda a 360°, perchè Karl ha disegnato e creato abiti e accessori per le più grandi Maison di tutti i tempi, vestito regine e attrici, ma ha saputo anche giocare con la moda di massa, firmando capsule per brand come H&M, Diesel o Melissa. Un uomo che ha fatto della sua creatività un segno distintivo. Lui stesso divenuto icona con i suoi immancabili occhialoni neri, i guantini e il ventaglio che tanto facevano antico imperatore orientale. E la sua ultima collezione, che ha sfilato a Parigi solo poche settimane fa appare come un testamento artistico, che ha avuto luogo in un Grand Palais allestito come giardino mediterraneo con le modelle vestite come dame del XVIII secolo.
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Vogliamo soffermarci un attimo dopo la corsa alla pubblicazione di una notizia che giunge come un fulmine a ciel sereno a meno di 24 ore dall’inizio della Milano Fashion Week che porterà per le strade della città della Madonnina il circo della moda fra flash, outfit impeccabili e sorrisi perfetti: è morto il re, è morto Karl Lagerfeld e probabilmente la moda non sarà mai più la stessa.
Karl nasce nel 1933 (ma anche intorno alla sua data di nascita vige un alone di mistero, come nelle migliori leggende) ad Amburgo, da padre proveniente da una famiglia di ricchi industriali ed una madre con un passato da venditrice di lingerie.
Fin da subito Lagerfeld mostra la sua creatività vincendo da giovanissimo, nel 1955, un concorso sponsorizzato dal Segretariato Internazionale della Lana per la realizzazione di un cappotto. In palio un lavoro in uno degli atelier dell’alta moda: Pierre Balmain. Qui lavora per 3 anni, per poi passare in un altro atelier storico, quello di Jean Patou.
Prova poi la strada da freelance, apre una boutique con i soldi di famiglia e successivamente approda da Chloé. La consacrazione a grande della moda avviene con l’incontro con le italianissime sorelle Fendi, per cui inventa la Fun fur, un nuovo modo di intendere e creare pellicce. E proprio di qui prenderà vita l’iconico logo con la doppia F della Maison Fendi, di cui resterà a vita direttore creativo.
Ma è il 1982 (l’anno in cui nasce chi scrive questo articolo, sigh!) che arriva il grande amore: Karl Lagerfeld viene chiamato ad occuparsi dell’haute couture di Chanel. Ma la mano (e la mente) di Karl non si “fermeranno” qui: successivamente si occuperà anche del prêt-à-porter e degli accessori della griffe, diventando la vera ed unica mente creativa dell’universo di Coco Chanel, trasformandolo di fatto in un’icona globale.
Geniale perchè non rinchiuso fra le pareti dorate di un atelier di alta monda: Karl è stato capace di portare il suo tocco da maestro, o re della moda, o Kaiser come lo chiamavano, non solo sul prodotto finale, ma all’intera concezione di moda, nelle sue varianti irraggiungibili e favolose, ma anche nei prodotti più di largo consumo e accessibili ai comuni mortali.
Il suo volto, la sua immagine, così distante dalla quotidianità dell’essere umano “medio” (nulla di dispregiativo in questa definizione, si parla solo di capacità di spesa media), si sono trasformati essi stessi in oggetti da portare a braccio o all’interno della propria borsetta, o ancora, stampati su di una t-shirt. Karl Lagerfeld, con il brand che ha il suo nome, che ha vissuto alti e bassi, c’è da dirlo, probabilmente anche per la numerosità degli impegni lavorativi che portava avanti quotidianamente, ha prodotto borse, magliette, accessori, spesso divertenti e ironici, ma pur sempre portatori di un significato ben preciso. Vesto un sogno, il sogno della moda e questo sogno ha un volto: quello di Karl Lagerfeld.
Instancabile pensatore, inarrestabile creatore di sogni, Karl Lagerfeld si è impegnato, oltre che nell’alta moda, in progetti editoriali, fotografici, cinematografici e di design, compresa una capsule collection con H&M, mostro del fast fashion. Ma non solo: ha progettato camere d’albergo, videogiochi, caschi per motociclisti, un’automobile della BMW e una linea di cosmetici ispirata a Choupette, la sua meravigliosa gatta bianca. Si è “sporcato” le mani in mille modi e in mille ambiti eppure mai nessun ha urlato allo scandalo. La sua creatività poliedrica non poteva avere vincoli. Per fortuna ci aggiungiamo noi.
Perchè Karl ha saputo portare nel presente un marchio come quello di Chanel: la giacca e l’abito CHANEL, il little black dress, l’iconico tweed, le scarpe bicolor, le borse trapuntate, le perle e la bigiotteria con lui hanno acquistato una nuova vita, pur rimanendo dei cardini del sistema moda e dell’immaginario comune.
Le sue sfilate si sono trasformate ben presto in veri e propri eventi capaci di andare oltre qualsiasi immaginazione e soprattutto capaci di lasciare a bocca aperta sia gli algidi giornalisti della carta patinata che le più disincantante delle millennials con telefono direttamente incorporato nel palmo della mano: un centro commerciale con tanto di scaffali con detersivi nel 2014, una brasserie francese con camerieri in uniforme nel 2015, un razzo che simulava un’esplosione pre-lancio nello spazio nel 2017, una spiaggia con sabbia e onde nel 2019. Tutti, appassionati di moda e non, hanno almeno una volta visto un’immagine di queste sfilate evento.
Bruno Pavlovsky, Presidente della divisione moda di CHANEL, ha dichiarato: “Sfilata dopo sfilata, Karl Lagerfeld ha lasciato il segno sulla leggenda e la storia di Gabrielle Chanel e della sua casa di moda. Ha costantemente promosso il talento e l’esperienza di CHANEL, permettendo a questo eccezionale know-how di brillare in tutto il mondo. Il più grande tributo che possiamo donargli oggi è continuare a seguire il percorso da lui tracciato – per citare Karl -‘Continuare ad abbracciare il presente e inventare il futuro’. ”
Sta ora a Virginie Viard, direttrice del Fashion Creation Studio di CHANEL e collaboratrice per oltre 30 anni di Karl, portare avanti il sogno di un uomo, un visionario, un creatore instancabile e dell’universo immortale di Chanel.
Intanto sui social si susseguono i saluti di stilisti e personaggi del mondo dello spettacolo, tutti profondamene addolorati per la scomparsa di Karl.
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